Sul buffetto mi è salito il veleno. Non sai che veleno. Che impietrisce, ha ragione Iena. Alla prossima forse bisognerebbe provare a ricambiare con "grazie!" mentre la manina si allunga e i due ditini stringono un lembo di guancia che immagino barbuta sale e pepe, facendo l'occhiolino e "era da quando avevo otto anni che non me lo facevano. Carino, no?" e andarsene. Lo so, non succederà mai. Ma è una valida alternativa all'idea di un tacco sottile che si pianta sulla sua Clarke (versione alternative) / francesina (versione corporate)
Per l'albero (gli alberi) potresti provare a contattare ReTree di Porta Metronia (Comitato Mura Latine), se non esiste già un comitato al Pigneto possono aiutarvi loro a costituirne uno per un progetto di monitoraggio e ripiantumazione degli alberi: https://www.retree.it/replicabilita/
Il “buffetto”. Capo de capis ad ogni riunione mi saluta, lo saluto, e lui mi da il maledetto buffetto. Mettendo a disagio me e le colleghe a cui non lo fa dio solo sa perché. E tutte le volte divento pietra, non sono capace di reagire mannaggia a me.
Grazie per aver trovato le parole per dire quello che sento: vivo anche io al Pineto e sono devastata dal taglio dei pini. Che poi si potrebbero ripiantare. E comunque non si possono sostituire aberi come i pini con parcheggi o con striminziti alberelli con quattro foglie, stretti stretti negli spazi in cui le auto non possono parcheggiare e quindi ci mettiamo un alberello e due cespugli che poi vengono abbandoati a loro stessi.
Buongiorno Giulia, vedere tagliare un albero è sempre una sconfitta...è capitato anche a me, quando lavoravo in città ed ero immensamente triste: mi teneva compagnia un albero. Al suo taglio ho deciso che era meglio me ne andassi, perchè oltretutto mi ero stancata di sentirmi insegnare, dai soliti uomini, quello che avevo portato io lì dentro. Un "buffetto intellettuale", si potrebbe chiamare, che mi fa arrabbiare come poche altre cose nella vita
Sul buffetto mi è salito il veleno. Non sai che veleno. Che impietrisce, ha ragione Iena. Alla prossima forse bisognerebbe provare a ricambiare con "grazie!" mentre la manina si allunga e i due ditini stringono un lembo di guancia che immagino barbuta sale e pepe, facendo l'occhiolino e "era da quando avevo otto anni che non me lo facevano. Carino, no?" e andarsene. Lo so, non succederà mai. Ma è una valida alternativa all'idea di un tacco sottile che si pianta sulla sua Clarke (versione alternative) / francesina (versione corporate)
Per l'albero (gli alberi) potresti provare a contattare ReTree di Porta Metronia (Comitato Mura Latine), se non esiste già un comitato al Pigneto possono aiutarvi loro a costituirne uno per un progetto di monitoraggio e ripiantumazione degli alberi: https://www.retree.it/replicabilita/
Il “buffetto”. Capo de capis ad ogni riunione mi saluta, lo saluto, e lui mi da il maledetto buffetto. Mettendo a disagio me e le colleghe a cui non lo fa dio solo sa perché. E tutte le volte divento pietra, non sono capace di reagire mannaggia a me.
Grazie per aver trovato le parole per dire quello che sento: vivo anche io al Pineto e sono devastata dal taglio dei pini. Che poi si potrebbero ripiantare. E comunque non si possono sostituire aberi come i pini con parcheggi o con striminziti alberelli con quattro foglie, stretti stretti negli spazi in cui le auto non possono parcheggiare e quindi ci mettiamo un alberello e due cespugli che poi vengono abbandoati a loro stessi.
Buongiorno Giulia, vedere tagliare un albero è sempre una sconfitta...è capitato anche a me, quando lavoravo in città ed ero immensamente triste: mi teneva compagnia un albero. Al suo taglio ho deciso che era meglio me ne andassi, perchè oltretutto mi ero stancata di sentirmi insegnare, dai soliti uomini, quello che avevo portato io lì dentro. Un "buffetto intellettuale", si potrebbe chiamare, che mi fa arrabbiare come poche altre cose nella vita