Giulia Blasi | Servizio a domicilio - Almeno questa è fatta
Questa settimana: Facebook crolla ma noi siamo ancora qua, Virginia Raggi invece no; una modesta proposta per ovviare alla solitudine degli autori; capire gli antivaccinisti (ma non per giustificarli); la solita riga di date.
Quant'è bella questa cosa che anche quando l'impero di Facebook crolla noi siamo sempre qua a raccontarcela ogni martedì con la newsletter? Giuro che ci pensavo ieri (perché è la prima volta che non la scrivo nel weekend, dato che nel weekend ero in giro e stracarica di altre cose da fare): Facebook, Instagram e Whatsapp potevano anche essere giù, ma potevo ancora contare su questo spazio per comunicare. Sì, è sempre una roba di protocollo TCP/IP, ma finché dura.
Sono tornata da un giro particolarmente faticoso, Roma-Bologna-Biella-Padova-Roma per votare (poi ci arrivo), e pensavo: è così che si sentono i musicisti? Poi mi sono anche risposta: no. I musicisti in tour di rado viaggiano da soli. Il tour è fatto di furgoni, stanze a volte condivise, camerini, tormentoni, litigate, sbronze, aftershow più o meno improvvisati. La squadra del tour diventa una famiglia temporanea, con i suoi equilibri, le sue gioie e le sue sofferenze. Chi scrive viaggia in solitudine, sale e scende da treni e auto (più di rado: aerei), incontra gente sempre diversa e che spesso non rivede mai più, e la sera, invece di bere in compagnia e improvvisare karaoke, si immestisce in albergo davanti ai film della seconda serata di Rai Movie. Scrivere è un mestiere solitario, promuovere quello che si è scritto, pure. Amici dell'editoria (tanto lo so che quelli che tengono i cordoni della borsa sono tutti maschi): perché non vi inventate dei pacchetti per scrittori in tour? Quattro, cinque autori o autrici combinati fra quelli che hanno già un rapporto fra loro e che vanno in giro in furgone o in treno a fare delle chiacchiere a tema. Vi smezzate le spese, noi non siamo più tristi e se ci troviamo in un hotel con spa in mezzo al niente possiamo giocare alle signore in villeggiatura. A me piacerebbe.
A proposito: oggi nel tardo pomeriggio sono a Monterotondo (RM), al Giardino del Cigno di Palazzo Orsini. Ci si prenota a questo link.
Bye bye Virginia
Mi ero pure salvata la gif, solo che non la ritrovo: era un'immagine animata di Virginia Raggi che faceva ciao ciao con la manina con l'aria di scherno, per festeggiare non mi ricordo quale provvedimento balordo del Cinque Stelle. Ho aspettato questo momento per cinque anni, e finalmente è arrivato: Virginia Raggi non è più sindaca di Roma, ed è anche grazie al mio voto. So benissimo che c'è ancora un ballottaggio fra il malissimo e il meh (perché amici del PD, dovete ancora convincermi che l'ennesima Cravatta del PD sarebbe il miglior sindaco possibile), ma questa è fatta, almeno: la nemica della città e delle donne che la abitano, quella che nell'assurdo discorso post-elettorale si è detta dalla parte "degli ultimi" quando per cinque anni non ha fatto altro che sgomberi e sfratti ai danni di associazioni, case delle donne e comunità nomadi a cui non ha offerto alcuna soluzione abitativa (come non l'ha offerta al resto dei romani), quella che si vantava di aver falciato un prato o ripulito una strada, quella che voleva un applauso per aver cambiato le caldaie nelle case popolari, quella lì, ha perso. Ha preso pure troppi voti, se lo chiedete a me: ma ha perso. Se ne va. E adesso e per le prossime due settimane bisognerà solo convincere più gente possibile ad andare a votare ed evitarci, per citare Ivano di Rocca di Papa
Addio, Virginia, a mai più rivederci.
Gli antivaccinisti e la logica del controllo
La settimana scorsa, dopo la newsletter sulla stanchezza dei vaccinati, mi è arrivata la prima lettera di sdegno da una persona che ha chiesto di essere disiscritta perché da me si aspetta che io "parli d'altro" e non di vaccini. Ok, nessun problema: ti rimuovo a mano con molto piacere, amica stizzita, anche perché non sono un juke-box, meno che mai uno ripieno di grandi successi. Qua si mangia quello che c'è sul menu, e non è detto che sia sempre roba che ti fa stare comoda.
Dopo che è successa questa cosa ho continuato a ragionare sulla logica degli antivaccinisti, soprattutto perché giovedì, in partenza, ho sbroccato a una giovane manifestante no vax no Green Pass sì virus che ammazza la gente facendola morire soffocata. Il karma mi ha prontamente ricompensata con una manifestazione no vax sui binari di Padova proprio ieri che partivo per andare a votare prima che chiudessero i seggi. E ancora una volta ho concluso che quello degli antivaccinisti è semplicemente desiderio di controllo. Gente che per tutta la vita ha sentito di non contare nulla, e che dopo avere abboccato ai deliri di onnipotenza dei Cinque Stelle e votato per il populismo vuoto e arrogante di Salvini e Meloni, ora si vede offrire un modo davvero efficace per incidere sulla realtà: tenere in scacco un intero paese (per non dire: il mondo) rifiutando di vaccinarsi. Sono gli stessi che salgono in treno senza Green Pass, così il treno si deve fermare per buttarli giù. Sono quelli che comprano il biglietto dell'aereo e poi piantano un casino all'imbarco perché non vogliono esibire il documento che permette a tutti i passeggeri di volare in relativa sicurezza. Prima non contavano un cazzo, adesso sono una cosa, vengono invitati nelle TV a sproloquiare, hanno riferimenti visibili e noti, si sentono parte di un movimento di liberazione, e soprattutto, soprattutto riescono a rompere i coglioni al prossimo in maniera davvero efficace, e facendolo si sentono finalmente visti, importanti, rilevanti. Sono cose su cui ragionare, e lo fa in maniera molto più pacata di me Massimo Polidoro su Il Post.
Che fare con lo zio complottista? - Il Post «Sovrastimando il poco che si sa veramente circa un dato problema ci si illude di avere “visto la luce”, di avere capito tutto e di avere scoperchiato qualche enorme segreto gelosamente custodito dai potenti. Ci si sente come eroi, novelli Robin Hood che combattono contro il malvagio sceriffo di Nottingham, senza accorgersi che, come Don Chisciotte, probabilmente si sta solo agitando la spada contro banalissimi mulini a vento»
Prossime date!
Passato settembre si respira un po', ma riecco dove ci vediamo nelle prossime settimane:
9 ottobre - Pisa, Internet Festival 2021, con Fumettibrutti e Leandra Borsci, ore 18.00. Dettagli
12 ottobre (evento online): presentazione di Tu non conosci la vergogna. La mia vita eleganzissima di Drusilla Foer, per Mappe, evento organizzato da L'eredità delle donne
14 ottobre - Torino, OffTopic, ore 19.00 (con Domitilla Pirro)
5 novembre - Mortegliano (UD), dettagli da confermare
20 novembre - Bologna, WomenXImpact
29 novembre - Casarsa della Delizia (PN), dettagli da confermare
Dai dai dai,
Giulia