Giulia Blasi | Servizio a domicilio - Cartoline dall'amore
Questa settimana: tornare a ballare, un libro utile quasi più ai maschi che alle femmine a cui parla, e di nuovo torniamo sul tema della fede.
Questa newsletter arriva tardi rispetto alle altre, ma è fresca di giornata. Mentre scrivo sono ancora a Bologna, e mi sto riprendendo dall'ultima delle tre Feste dell'Amore di Cosmo all'Arena Parco Nord, sotto un tendone di cui ho messo alcune immagini su Instagram, ma nel frattempo, ecco qua un assaggio della magia.
È inutile dire che mi era mancato, ballare e cantare insieme a migliaia di altre persone: è mancato a me, è mancato a tuttǝ, non sono speciale. Oggi ho dolori in posti dove non sapevo neanche di avere i posti, perché ballare dall'una del pomeriggio a mezzanotte (per quanto a intermittenza), con il sole, il venticello, le birrette, i beat rallentati e quelli meno, chiacchierare, le vecchie amiche. Ora c'è questo piccolo problema che mi va ZERO di ricominciare a lavorare, ma non è una novità. E le polemiche intorno alle uscite di Alessandro Borghese e Viviana Varese sui giovani fannulloni che non hanno fame non hanno aiutato per niente.
Nelle puntate precedenti...
La settimana scorsa sono andata dritta sui sedicenti coach che ti dovrebbero insegnare a sedurre le donne a colpo sicuro, un coacervo di stronzate misogine e aggressive che levati. La maggioranza della gente ha reagito al pezzo in maniera positiva, a parte un paio di contatti che ho visto saltare su come pupazzetti a molla. La mentalità che spinge gli uomini a credere che le donne debbano essere "conquistate" come se fossero territori di guerra è molto viva e presente, ed è una delle tante facce della violenza che ci tiene in scacco, una delle meno visibili, ma non per questo meno importanti.
Tecniche di seduzione — www.lasvolta.it
È facile ridere dei coach che propongono tecniche “infallibili” per conquistare le donne. Ma questi contenuti hanno un lato oscuro che non bisogna ignorare.
Un libro utile
Freegida, di Linda & Penny, è il libro che avrei voluto leggere a vent'anni, se non fosse che a vent'anni io non avevo Tinder, non avevo i social, OnlyFans non c'era e la sessualità delle ragazze era un segreto di cui non si parlava. Prese nella morsa fra la repressione pre-liberazione sessuale e la possibilità di fare sesso senza essere costrette a sposarci all'alba (come successe ad almeno una delle mie parenti anziane), dovevamo comunque fare attenzione a non essere troppo esplicite, troppo sexy, troppo qualsiasi cosa. Le uniche donne autorizzate a parlare di sesso erano le pornoattrici, le Moana, le Cicciolina: soprattutto la prima, con la sua aria soave da ragazza tranquilla e il sorriso luminoso, entrava nelle nostre case senza traccia della sensualità che l'avrebbe resa un modello pericoloso.
Ne è passato di tempo, da quando io avevo vent'anni e non mi trovavo le chiappe con due mani quando dovevo avere a che fare con i maschi, e le autrici di Freegida (e del podcast omonimo) non avrebbero potuto scrivere questo libro, che come tutti i libri migliori su questioni che hanno a che vedere con la vita ha molto di personale e molto di pratico. Sesso, masturbazione, relazioni, consenso, pornografia: forse più che leggere Freegida a vent'anni avrei voluto che il mondo di Freegida fosse già una possibilità concreta anche per noi ragazze di provincia.
La cosa interessante è che Freegida, come tutti - letteralmente tutti - questi libri costituisce un manuale prezioso per i maschi che si sentono in difficoltà, impacciati, incapaci di relazionarsi con le donne. Basterebbe ascoltarle, parlarci, trattarle da esseri umani e leggere le cose che scrivono in materia di amore e relazioni, piuttosto che affidarsi a sedicenti guru che pretendono di insegnarti trucchetti sciocchi e inefficaci con intento manipolatorio. Ma il problema in fondo è sempre quello: questi uomini non vogliono ascoltare le donne. Se le vogliono prendere, come se fossero cose.
Il bisogno di credere (reprise)
Oggi, dal furgone che ci riportava in centro dall'hotel, ho visto un uomo fermo su un marciapiede. Immobile. Davanti non aveva nulla, dietro non aveva nessuno. Era semplicemente fermo, sguardo protetto dagli occhiali da sole fermo nel vuoto. Ho detto: "Il signore s'è bloccato", e in effetti lì è rimasto, immobile, per poi ripartire come niente fosse.
Per un attimo ho immaginato che quel signore bloccato sul marciapiede fosse la cosa che ci fa capire che siamo tutti dentro a un enorme videogioco, e che lui, in piedi, fermo per nessun motivo a me visibile dal finestrino del furgone, fosse semplicemente in lag come i combattenti di Brawl Stars quando la connessione è scarsa. Ho pensato a come e dove avrei cominciato a cercare le prove della mia convinzione, e a come sarebbe stato facile ignorare tutte le prove contro per scegliere solo quelle a favore della tesi che mi sembrava più convincente, e cadere sempre più giù in questa tana del Bianconiglio che non ha fondo.
Torno su questo discorso (ne avevo parlato qui) perché nella mia esplorazione del tema sono finita ad ascoltare Snake Oil, una serie di podcast che raccontano truffe più o meno riuscite. La più riuscita che ho incontrato finora è quella dei cerchi nel grano, inventati da due artisti inglesi dopo qualche birra di troppo, e che continua ad attirare adepti anche se i due hanno ripetuto più volte che era tutto uno scherzo, e hanno spiegato come facevano a ottenere quei bellissimi disegni nei campi dell'Inghilterra rurale. Insomma, il bisogno di credere della gente non si ferma davanti a niente, e anche quando gli autori di una truffa ti dicono che è una truffa, chi crede davvero trova il modo di continuare a farlo. Una cosa indimostrabile diventa ancora non dimostrata, una cosa impossibile diventa possibile.
Ma Sofia Goggia?
Ho deciso che ne parlo domani su La Svolta, per cui se ti interessa quello che ho da dire, tieni d'occhio i social del giornale (e i miei, duh).
Scusa il ritardo, ciao!
Giulia