Giulia Blasi | Servizio a domicilio - Cosa faresti senza social?
Questa settimana ci riposiamo un po', ma ci facciamo pure una domanda.
E rieccoci dopo a malapena due giorni con la newsletter normie. Sanremo ha lasciato un vuoto che cerco affannosamente di colmare ascoltando la playlist a cannone e continuando a correre, ma la realtà incalza e di qua c'è Fazio che intervista il Papa senza fargli mezza domanda sulla questione degli abusi nella Chiesa Cattolica, di là la Lega che vuole mandare in carcere chi ricorre alla GPA, gli afghani che muoiono di fame e freddo, le guardie che spaccano la testa ai ragazzini che manifestano, io forse stavo meglio quando stavo Amadeus.
Questa settimana vorrei raccontare un sacco di cose, ma forse me le tengo per me perché sto lavorando a una cosa che uscirà su L'Essenziale sabato. Non dico niente, però sabato compralo (se non per me, perché è un ottimo settimanale fatto da gente che queste cose le sa fare).
Cosa faresti senza social?
Leggevo ieri che Zuckerberg sta facendo il gradasso e minaccia di chiudere Facebook e Instagram in Europa per questioni di cookies e dati (leggi qui per capirci qualcosa). Non credo succederà, i soldi in ballo sono troppi per rinunciare agli introiti di un intero continente, e prima o poi l'accordo si troverà. Però stamattina ci stavo pensando, cosa farei se non avessi più Instagram e Facebook? Mi dispiacerebbe?
Devo essere onesta: se Facebook sparisse mi dispiacerebbe perdere i contatti con alcune persone che stanno praticamente solo lì, vecchi compagni di scuola, ex colleghi, familiari che altrimenti vedo poco. Per il resto, Facebook è diventato un posto inospitale in cui faccio poco altro che postare i link alle cose che scrivo. Non mi mancherebbe più di tanto. Instagram invece sì, e non solo perché lì ho il grosso del mio seguito (e non raccontiamoci storie, essere seguite è importante, se fai un mestiere in cui raggiungere le persone è parte del tuo valore economico) ma anche perché, nonostante la stanchezza degli ultimi tempi, è ancora un posto dove riesco a stare in pace. Il mio social preferito rimane Twitter, per una serie di motivi, ma Instagram è il secondo preferito. Su TikTok non ci vado perché non saprei come ottimizzarlo e ci vuole una quantità di tempo che non ho. E comunque non ho l'età.
Mettiamo il caso che Zuckerberg davvero faccia come Boris con la Brexit e se ne vada senza che sia stato raggiunto un accordo soddisfacente. Passato il primo dispiacere, io avrei sempre questa newsletter. È stato davvero il mio primo pensiero: anche se la piattaforma su cui la tengo dovesse chiudere, potrei spostarla su un'altra portandomi dietro tutti i miei contatti. La newsletter è la cosa che mi piace di più, e non c'è Zuckerberg o Dorsey che me la possa togliere. Certo, siamo in meno, ma siamo quelli buoni.
Petizioni di ridere
Non so se hai visto girare la fantastica petizione per mettere fuorilegge lo schwa. L'ultima volta che ho controllato si stavano dando delle pacche sulle spalle perché avevano tirato su cinquemila firme, e insomma, ognuno stabilisce i suoi KPI. Io credo che l'unica risposta possibile a questo terror panico di un fonema sia questo video che ne esemplifica l'uso.
Se riesci a dire "mamm't" come Mahmood, sai anche pronunciare lo schwa.
Il ritorno di "Stai sempre in giro"
Cominciamo dalle cose imminenti, tipo: dopodomani a Perugia. Evento qui.
Le altre:
24 febbraio - Trento (organizzata da Fidapa BPW, location da confermare)
4 marzo - Corsico (MI)
10 marzo - Mori (TN), Biblioteca Comunale
15 marzo - Piombino (LI)
16 marzo - Prato, Centro Pecci Prato
18 marzo - Terni, Casa delle donne di Terni
23 marzo - Cervia (RA), rassegna “Donne al plurale”
23 aprile - Fucecchio (FI)
Ciao, ci sentiamo martedì prossimo!
Giulia