Giulia Blasi | Servizio a domicilio - E parliamo, ancora, di molestie
Questa settimana: too much information, Meloni e la 194, e una serie nuova che promette benissimo
La prima volta che sono stata molestata avevo otto anni. I miei compagni di scuola (non ricordo quali: non credo fossero i miei compagni di classe) avevano preso l'abitudine di alzarmi la gonna durante l'intervallo, davanti a tutti. Dopo le prime due o tre volte, cominciai ad andare a scuola con i calzoncini sotto la gonna. Otto anni, e avevo già imparato che dai maschi mi potevo solo difendere, che nessuno sarebbe intervenuto, che il mio corpo era a disposizione di tutti e che me la dovevo cavare da sola. Otto anni, e i ragazzini intorno a me avevano già imparato la stessa cosa, e come sfruttarla per divertirsi un po'.
A dodici, forse tredici anni uno sconosciuto mi ha messo le mani addosso per strada, all'improvviso, e se n'è andato.
Nei miei primi vent'anni, quando ho iniziato a soffrire di depressione e di quelli che poi avrei capito essere attacchi d'ansia, la psicologa del consultorio mi mandò da un collega che pensò bene di molestarmi durante la seduta. Non dissi niente a nessuno, non avendo capito bene cosa fosse successo né che quei discorsi sessuali a porte chiuse non erano prassi comune in ambito terapeutico. Non avrei comunque saputo a chi rivolgermi, a chi dirlo, e come far valere un diritto che neanche sapevo di avere.
A tutto questo ho pensato in questi giorni, mentre esplodeva il caso che per comodità stiamo chiamando "caso Richetti", quando il suo nome vero è "L'ennesimo caso che serve a ricordarci che se proviamo a parlare di molestie ci manderanno addosso il settimo Cavalleggeri per provare che siamo delle pazze squilibrate e pure un po' zoccole". Ne ho parlato oggi su La Svolta, anticipando il pezzo che normalmente esce di mercoledì.
Molestie sessuali: il gioco è truccato — www.lasvolta.it Il caso del senatore accusato di molestie, come sempre, ci dice molte cose su come trattiamo il tema della violenza sessuale
Lo voglio dire senza mezze parole, soprattutto a chi quando parla del discorso delle molestie usa locuzioni come "finalmente" o "per fortuna": no, non è fortuna, e non è successo "alla fine", come per miracolo. Per ottenere i magri risultati che vediamo abbiamo buttato il sangue, per lo più in senso figurato ma qualcuna pure letterale. Ci siamo esposte, rendendoci vulnerabili e rivivendo traumi a volte anche molto antichi. Abbiamo affrontato insulti, shitstorm, dibattiti con gente del calibro di Mughini e del Viperetta. Siamo state rinchiuse da sole in stanzette degli studi Mediaset al Palatino mentre nello studio principale dicevano una montagna di cazzate colpevolizzanti. Siamo state delegittimate e aggredite anche da quelle che avrebbero dovuto sostenerci, le nostre madri politiche e spirituali, che si sono viste spodestate e marginalizzate in un dibattito che non avevano avviato e non potevano controllare. Alcune di noi ci hanno rimesso la salute mentale, quasi tutte siamo state rinchiuse del recinto delle femmine che parlano alle altre femmine. Se il modo in cui parliamo di violenza sessuale è cambiato anche di una virgola negli ultimi dieci anni, quindi, è perché noi ci siamo fatte il più classico dei buci di culo. Non è "finalmente" e di sicuro non è per fortuna. È "nonostante voi, stronzi".
Giorgia Meloni e il diritto di scelta
Ho anche scritto questa cosa sul diritto di "non abortire" secondo Giorgia Meloni, e su come per svuotare la legge 194 le basti applicarla alla lettera. Mi riservo di tornarci, ho altro da dire.
Il diritto di scelta secondo Meloni: sfruttare i punti deboli della Legge 194 – Valigia Blu — www.valigiablu.it Basata sui fatti. Aperta a tutti. Sostenuta dai lettori.
Una cosa bella
Ieri sera sono andata all'anteprima di Prisma, la nuova serie di Amazon Prime Video diretta da Ludovico Bessegato (il mago dietro SKAM Italia). Ne parlerò quando l'avrò vista tutta, ma il primo episodio mi è sembrato bello, anche nel ritmo da romanzo e nell'agio che si prende di presentare e inquadrare bene i personaggi, soprattutto i due gemelli al centro della vicenda. La serie completa esce domani, per cui non dovrò aspettare molto.
Nota di colore: alla proiezione c'era tutto il cast storico di SKAM, ma io ho fangirlato solo Martina Lelio, aka Federica, che sarà sempre il mio personaggio preferito.
Date e informazioni sulle date
Come era prevedibile, la questione molestie mi ha un po' esaurita e ha preso molto del tempo che avrei dedicato a scrivere questa newsletter, che quindi è più breve del solito. Riprendo le informazioni date la settimana scorsa, con qualche dettaglio in più.
23 settembre: sono a Udine per un convegno organizzato dall'ANPI molto prima che si decidesse la data delle elezioni, e che si intitola “Un viaggio nella storia del voto: dalla parità di diritti alla rappresentanza femminile nelle istituzioni democratiche”. Il luogo è l’Università degli Studi di Udine, e per la precisione Palazzo Garzolini di Toppo Wassermann.
Il convegno inizia alle 15.00. Ci si può iscrivere a questa mail: anpiudine@gmail.com
Il 24 settembre alle 18:30 mi trovi al Teatro Comunale San Teodoro di Cantù (CO) per il talk “(mai) stanche!”, organizzato per il festival T.ANTICORPI.
Il 25 settembre alle 11.00 sono a Milano al FeST a parlare di House of the Dragon, poi mi metto in treno e vado a votare, ancora non so per chi ma per fortuna ho delle opzioni.
l'1 ottobre sono a Cremona per TEDx Cremona, dove non parlo ma conduco.
il 7 ottobre invece porto Brutta a Valdagno (VI). L'incontro è alle 20.30 a palazzo Festari.
A martedì prossimo,
Giulia