Giulia Blasi | Servizio a domicilio - La Giornata Internazionale del Piena Rasa
Be', dai, è quel giorno lì.
Dice che oggi è la Giornata Internazionale della Donna, anzi, la festa della donna, minuscolo, un po' come la festa del cane, del gatto e del gelato al pistacchio.
Poi una bestemmia e Aldo Cazzullo si offende.
Le catene di negozi e ristoranti moltiplicano le iniziative speciali con sconti e offerte celebrative, perché daje cor business anche nel giorno in cui non si festeggia davvero un bel niente e le donne scappano dall'Ucraina con figli piccoli e genitori anziani. Quelle che rimangono rischiano di morire per mano dell'esercito russo, da civili o come parte delle forze armate territoriali. La retorica della guerra però è tutta maschile, tutta muscoli gonfi e "uomini al fronte": è così da sempre, che stiamo o meno lì con il fucile in mano insieme a loro non è rilevante, così come non è rilevante quanto conti l'impatto del lavoro che svolgiamo senza fucile. Curare, portare via i più deboli, metterli in salvo, coordinare, organizzare. Quando le guerre finiscono, siamo cancellate dal racconto delle vittorie e delle sconfitte. C'è solo da sperare che finisca presto, e non come vorrebbe Putin.
La settimana scorsa ho scritto questa cosa. Vale ancora.
Nessuno vuole andare in guerra — www.lasvolta.it A parte chi non ci deve andare e se tutto va bene non sarà mai costretto ad andarci. Fra machisti scemi e intellettuali che cantano le lodi dei morti in guerra, la retorica sulla morte per la Patria serve solo a usare i poveri come carne da cannone - Leggi adesso su La Svolta
Le femmine puzzano
Io comunque piena piena piena rasa di tutto, eh, ma soprattutto - e non da oggi - di ripetere sempre le stesse cose. Lo dicevo a Michaela Miluzzi di Adnkronos qualche giorno fa: non è che le donne "non dicano" le cose. Le donne dicono un sacco di cose. Il problema è che interessano al massimo ad altre donne. Che non sia la "festa della donna", quante volte l'abbiamo detto? E che non siamo funzioni della vita degli uomini? Ho perso il conto. Ma non serve a niente: non ci ascoltano proprio. Io parlo in pubblico con una certa frequenza, e nei posti in cui il pubblico può scegliere se esserci o meno, le donne sono la maggioranza schiacciante. Parlo solo alle donne, io, come concetto generale? No. Ho delle cose da dire che riguardano anche gli uomini? Sempre. Agli uomini interessa sentirle? Manco per il cazzo. Quindi io le dico le dico le dico da almeno quindici anni al volume più alto che posso, ma la piaga dei maschi che ti chiedono di spiegare con calma perché non dovrebbero opprimerti ancora non si è estinta.
Sul "con calma" io avrei dato. Se non ci hanno ascoltate per trenta quaranta cinquanta sessant'anni della loro vita, figuriamoci se cominciano ora. La richiesta di spiegazioni pazienti, di pedagogia, di accoglienza e premura se no si offendono (e poi cosa? Se ne vanno col pallone? Non sono più disponibili a essere rispettosi? Hai capito la novità) è solo un altro modo di dimostrare che loro vengono prima, che hanno diritto di occupare spazio e tempo, di rubarci energia. Aprire un libro? Mai. Leggere quello che abbiamo scritto o ascoltare quello che abbiamo detto, fruibile anche in rete gratuitamente? Macché. Non è che vogliano veramente capire. Vogliono solo mettersi al centro del discorso. Perché le femmine puzzano. Non è che gli interessi davvero quello che hanno da dire.
Credo sia per questo che qualche giorno fa la direttrice de La Svolta Cristina Sivieri Tagliabue ha pubblicato questo editoriale un tantino stizzito (eufemismo) sul fatto che il giornale viene chiamato "femminile".
Femminile a chi? — www.lasvolta.it Mi sento dire: “La Svolta è un quotidiano femminile” perché la direttrice è donna e la redazione è quasi tutta composta da donne. Qualcuno penserebbe mai di dire a un direttore che fa un maschile perché a dirigere il giornale è un uomo? Non sminuiamo le innovazioni, ghettizzandole con aggettivi sapientemente sbagliati. - Leggi adesso su La Svolta
Qua il problema fondamentale, mi pare, è che "femminile" non è solo un descrittore - La Svolta è "femminile" solo nella misura in cui la redazione è a maggioranza femminile - ma è un modo rapido per delegittimare la testata. "È un femminile" = "Parla di cose che interessano solo alle femmine, lasciate perdere". Perché le femmine puzzano, appunto, e non parlano al mondo, ma solo alle altre femmine.
Io sono arrivata, davvero. La pazienza è finita, ma non da oggi. Quello che dovevamo dire l'abbiamo detto, è tutto là fuori: chi voleva sentire ha sentito, chi non voleva sentire non sentirà di certo oggi, e io di dare spiegazioni ne ho piene le gonadi. Non spiego più niente che abbia già spiegato io o che abbiano spiegato le mie sorelle e compagne. È tutto chiaro, tutto disponibile, tutto accessibile. Chi vuole, può recuperare. Io questo 8 marzo lo dedico a guardare avanti, non a fare ripetizioni a chi è rimasto indietro perché tanto il mondo gli somiglia uguale, e allora chi glielo fa fare.
Altro?
Sì, giovedì sono a Mori (TN). Dettagli e date sono nella newsletter precedente. Oggi sciopero anche io, per quello che posso: ci si vede in manifestazione più tardi.
Giulia