Giulia Blasi | Servizio a domicilio - Mio nipote mi ha fatto un ritratto
Fatti miei, uno spiegone un po' incazzato, e il motivo per cui da qui in poi dico no a tutto, o quasi.
Il rapporto con i miei nipoti non dà niente per scontato. A ognuno dei tre è stato dato il tempo di conoscerci, imparare a fidarsi e a considerarci parte della famiglia, anche se siamo lontani: si parte dal presupposto che la parentela non ci dia diritto all'affetto e alla confidenza, e che ogni bambino possa decidere come e quando passare del tempo con noi. Alessandro aveva un anno quando è scoppiata la pandemia da Covid-19, e questo ha limitato la quantità del tempo che siamo riusciti a passare insieme: rispetto ai due fratelli maggiori ci ha visti di meno, ci conosce di meno. Venerdì scorso, quando sono arrivata alla stazione, era troppo emozionato per parlare. Da allora, quando è in casa sta quasi sempre con me. Ieri mi ha chiesto, un po' malinconico, quando sarei tornata a Roma. Mi ha anche fatto un ritratto a penna, eccolo.
Lo Spiegone: "Non tutti i maschi!"
Era un po' che non facevo uno spiegone, eh? Partiamo dal casus belli, vale a dire Instagram che mi cancella una story (vecchia) relativa a un caso di violenza di genere, solo perché il testo a video diceva "E anche oggi men are trash". Sorvoliamo sul fatto che Instagram (o forse dovrei dire Meta?) trova del tutto accettabile che le donne siano perseguitate e insultate sulle sue piattaforme, ma non tollera nemmeno mezzo secondo di amarezza delle donne stesse per la violenza verbale, emotiva e fisica che subiscono. In pratica va così: dobbiamo farci ammazzare, ma educate, mi raccomando. Con sobrietà.
Ogni volta, e dico ogni volta che ci lasciamo anche solo vagamente andare allo sconforto, arriva il cretino che ti ricorda con sussiego che se fai così "non convinci nessuno a stare dalla tua parte", perché a quanto pare stare dalla parte delle donne che fanno notare la natura sistemica della violenza richiede un enorme sforzo di volontà e buona disposizione. E allora rispieghiamolo: no, ragazzi, "men are trash" ed equivalenti non significa che tutti gli uomini siano violenti, né dal punto di vista linguistico né da quello delle implicazioni della frase. Lasciamo perdere che stiamo parlando di violenza contro le donne, e che tanto per cambiare si finisce di parlare dell'ego fragile degli uomini. Ma quando diciamo cose come "men are trash" non stiamo generalizzando sugli uomini. Stiamo facendo notare una ripetizione, un pattern culturale, per così dire, che si ripropone fra i maschi con modalità sempre identiche. È senz'altro possibile essere uomini migliori di quelli che ci stuprano e ci uccidono, ma come dire, è il minimo sindacale: non mi sembra il caso di chiedere un applauso o un'assoluzione individuale. Due sono le cose: o riconosciamo che esiste un problema culturale e sociale che incoraggia la violenza negli uomini (incanalata poi in forme diverse di aggressività) oppure continuiamo a raccontarci che si tratta di incidenti individuali, e quindi dobbiamo concludere che i maschi sono biologicamente predisposti alla violenza. A me la seconda ipotesi (completamente antiscientifica, peraltro) sembra molto più umiliante della prima, perché la cultura la cambi, la biologia (oltre un certo limite) no.
Sulle donne si è generalizzato e si generalizza tuttora da secoli, peraltro, senza che gli indignati del "Non tutti gli uomini!" battano ciglio. A volte le generalizzazioni sono malevole: le donne sono bugiarde, infide, vogliono rovinare i bravi ragazzi, se la vanno a cercare, sono tutte puttane. A volte invece sono benevole: quanto sono brave, in gamba, intelligenti, divine le donne, così superiori in tutto agli uomini! Due generalizzazioni che trovano cittadinanza in ambiti diversi - i gruppi di maschilisti radicalizzati da un lato, che esistono e sono attivi e incitano all'odio quotidianamente; i media e gli uomini "perbene", dall'altra - e per le quali nessuno si indigna granché, anche se sono ugualmente disumanizzanti e fanno sì che le donne non abbiano quasi mai un nome e un cognome, ma siano sempre Una Donna qui, Una Donna là. Di sicuro nessuno di quelli che "Non tutti gli uomini!" presta grande attenzione alle campagne d'odio misogino portate avanti da certi microguru dell'internet. Si svegliano solo per frignare.
Vabbe', doveva essere uno spiegone, invece è andata così: il punto è che sì, siamo incazzate, ne abbiamo tutti i motivi. Discriminate, aggredite, offese, stuprate, uccise, e quando lo dici ti rispondono "Che uomini frequenti?" Ma vaffanculo, va'.
Due libri
Il primo è Oliva Denaro di Viola Ardone, sul quale devo fare una premessa: se conosci la storia di Franca Viola, la vicenda narrata in questo romanzo è molto poco sorprendente. Ardone parte da una storia realmente accaduta - quella del rapimento e dello stupro di Franca Viola, appunto, e della sua decisione di denunciare Filippo Melodia, piuttosto che esserne vittima - e la ristruttura, riempiendo i contorni con personaggi, ambientazione, linguaggio, emozioni. Offre anche una visione sfumata, femminile nel senso migliore del termine, del senso di colpa e vergogna che opprime le donne che subiscono una violenza sessuale. Un romanzo che è perfetto per parlare di storia, consenso e società nelle scuole: chi insegna dovrebbe assegnarlo come libro di testo.
Ora invece sto leggendo un romanzo del 1987, La torcia di Marion Zimmer Bradley, che il geniale ufficio stampa di HarperCollins ha pensato di mandarmi forse pensando che me lo sarei letto per la questione della prospettiva femminile, e invece è proprio che io sto in fissa con il fantasy, l'epica, le leggende, le religioni antiche e i libroni in cui la gente si mena e tromba e complotta e fa gli incantesimi. Immagino che per questa nuova edizione dobbiamo ringraziare Madeline Miller e il suo clamoroso successo fra gli adolescenti (io ho letto Circe) ma non ci lamentiamo. Marion Zimmer Bradley è un pilastro fondamentale nella costruzione prospettica per molte femministe di terza ondata: Le nebbie di Avalon è stato il primo libro che abbiamo letto in cui lo sguardo di una donna assumeva una centralità in una storia che altrimenti ruotava intorno agli uomini, e chi pensa che sia un caso che il podcast di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri si intitoli Morgana non ha fatto attenzione. La torcia fa un'operazione identica, ma invece del ciclo di Camelot prende come riferimento l'epica omerica e la storia dell'assedio di Troia, con un punto di vista ancora più trascurato di quello di Morgana: Cassandra, veggente e sorella di Paride, la "torcia" del titolo. Il romanzo di Zimmer Bradley si prende parecchie libertà con il mito originale e risponde a un'idea di femminismo un po' essenzialista, molto legato al corpo e alla biologia, ma nel contesto storico della vicenda funziona (oltre a essere storicamente accurato per Bradley stessa). Mi sto divertendo moltissimo.
Flipper: le prossime date
Lo dico per chi avesse intenzione di invitarmi a fare cose: a dicembre mi fermo quasi del tutto. Il motivo sarà chiaro appena avrò finito di fare la lista delle date che mi attendono da qua alla fine di novembre, la loro distribuzione e frequenza.
13 novembre - Perugia, Sala dei Notari, cerimonia di chiusura del Premio Letterario Nazionale Clara Sereni. Orario di inizio 17.30, si entra fino a esaurimento posti. Io pippobaudo, o millycarluccio, a seconda.
14 novembre - Compio gli anni, fammi gli auguri! E se hai dei soldi che ti avanzano, fai una donazione a Baobab Experience, che fra mille difficoltà aiuta le persone povere a Roma. Oppure, se vuoi sostenere in maniera indiretta il mio lavoro e quello di molte altre persone che si dedicano a fare cultura e informazione in maniera documentata ed equilibrata, puoi donare al crowdfunding di Valigia Blu.
20 novembre - Bologna, WomenXImpact. Il mio speech è stato spostato alle 12.00.
21 novembre - Pescara, FLA. Oltre a presentare Brutta, dovrei essere coinvolta anche in un altro incontro. Ve lo confermo (spero) la settimana prossima. Non ho problemi a dire che è una delle date che attendo con più gioia.
23 novembre - Milano, Università di Milano Bicocca, incontro dal titolo "Scrivere di femminismo e farsi capire da tutte", introduce Silvia Vignato.
24 novembre - Settimo Torinese (TO), Suoneria Settimo, dettagli in seguito.
26 novembre - Roma, per un convegno all'Istituto Svizzero intitolato "The Future of Work".
27 novembre - Cagliari, Pazza Idea, dettagli da confermare.
29 novembre - Casarsa della Delizia (PN), dettagli da confermare.
30 novembre - Trieste, 17.30, Libreria Lovat, presentazione di Brutta.
10 dicembre - Frascati (RM), libreria Ubik, presentazione di Brutta.
Se ne riparla poi nel 2022, perché se arrivo in fondo a questa striscia senza smattare direi che è già un grande risultato.
Ci risentiamo martedì prossimo!
Giulia