Giulia Blasi | Servizio a domicilio - Parlare, parlare, parlare
Questa settimana: il mio speech a TEDx Unicatt, chi può parlare di cosa e perché, un consiglio per l'ascolto, e una piccola novità che spero non ti dispiaccia.
La mattina del 4 dicembre stavo facendo colazione all'ottavo piano di un hotel residence alla Maggiolina, uno di quelli che vantano quattro stelle ma che al posto dell'asciugacapelli hanno quegli orrendi bocchettoni ad aria tiepida, sufficienti se hai i capelli lunghi due centimetri ma inutili se devi farti la piega: perché è un mondo di maschi, e noi siamo ospiti. Fuori la giornata era iniziata da poco, e guardando i tetti di Milano ho avuto un senso di déjà-vu, una sorta di quieta e grigia disperazione, la stessa che provavo ogni volta che mi svegliavo la mattina presto, nell'inverno del 2013, per andare a fare un lavoro sbagliatissimo per me. La memoria è una cosa profonda, e anche se in quel periodo vivevo in Porta Romana, le gru, i tetti, i palazzi, l'ordine nitido della città mi affondano nello stomaco e mi ricordano che la mia casa è e sarà sempre altrove.
Ero lì per partecipare a TEDxUnicatt, dentro la meravigliosa Villa Mirabello, una vera villa rinascimentale con tanto di affreschi alle pareti. Mi ero preparata con molta cura, ma anche così l'esperienza di fare un TEDx senza pubblico - per questioni di sicurezza - è stata strana e straniante. Io non amo parlare con le telecamere: mi piace parlare con la gente, e anche quando facevo televisione la facevo sempre in contesti in cui potevo avere uno scambio con gli ospiti in studio o collegati da casa (già lo facevamo, era il 2006, pensa come eravamo avanti). Parlare da sola per un quarto d'ora alla sola presenza di tecnici (che pensano alla ripresa, alle luci, all'audio) e conduttore (che deve tenere insieme mille cose e ti ascolta con un orecchio solo: e infatti temo che Linus del mio discorso sulla maternità abbia carpito solo le parti disturbanti) non è una delle mie cose preferite. L'ho fatto lo stesso, impaperandomi un po', perché questa cosa della performance è relativamente nuova e perché appunto, mi mancava l'onda energetica del pubblico. In attesa che venga caricato il video individuale (e si possa vedere la reazione di Linus alla fine: ma ripeto, non credo abbia ascoltato tutto) c'è lo streaming integrale ancora visibile su YouTube, anche se non elencato; e qui, a seguire, c'è il testo.
"Poi te ne penti": il mio speech a TEDxUnicatt | Giulia Blasi — www.giuliablasi.it Il 4 dicembre 2021 ho partecipato a un'edizione molto raccolta di TEDxUnicatt con questo testo, che riporto nella versione integrale che avevo scritto.
Una piccola novità
Come sai, qui ogni tanto consiglio (fra le altre cose) dei libri. Di solito, quando succede uso i link di Bookdealer (che rimane una soluzione più che valida, come alternativa alla libreria fisica) perché preferisco promuovere e sostenere le librerie locali, piuttosto che rimandare ad Amazon. Proprio per questo non ho mai voluto aderire al programma di affiliazione di Amazon: senza stigmatizzarne l'uso (dato che possiedo e uso Kindle, sarebbe ipocrita da parte mia) ma perché preferisco non guadagnare in quel modo. Sono scelte, ognuna fa le sue. Allo stesso modo ho deciso di sostenere gli amici della libreria Tlon aderendo al loro programma di affiliazione: questo significa che da adesso in poi, nei limiti della loro disponibilità, i libri che consiglio o segnalo saranno acquistabili direttamente da loro, che spediscono in tutta Italia e fanno anche dei pacchetti deliziosi. Su ogni libro acquistato dal link di affiliazione io prendo una piccola percentuale. Per il resto non cambia niente: i libri li consiglio quando mi va, e se non vuoi comprarli online attraverso il link puoi sempre acquistarli altrove. Si comincia proprio da questa newsletter.
Chi può parlare di corpi?
Nella rubrica "Anticorpi" di Costanza Rizzacasa D'Orsogna su F di giovedì scorso c'è una raccolta di lettere sul tema della bellezza e bruttezza che in parte mi riguarda, perché sarebbe stata scatenata dall'intervista che mi ha fatto il giornale in occasione dell'uscita di Brutta. Ne prendo solo una perché mi preme rispondere, e perché solleva un punto importante, ovvero quello della rappresentazione: perché una donna alta e magra parla di questo tema? Non sarebbe meglio far parlare persone che non godono di quel privilegio?
Lo senti anche tu questo rombo in lontananza? È il pippone che arriva.
Per cominciare: esiste Belle di faccia di Chiara Meloni e Mara Mibelli, esiste Fat Shame di Amy Erdman Farrell, esiste Non superare le dosi consigliate di Costanza Rizzacasa D'Orsogna. Sono usciti tutti prima di Brutta, pubblicati da grandi editori, tutti diversi fra loro. Più di recente è uscito Campo di battaglia, di Carolina Capria. Quindi di gente che parla dei temi che riguardano il corpo ce n'è in abbondanza. Io ho provato a fare una cosa personale, più onesta possibile, e che tiene conto in maniera esplicita del mio essere una donna eterocis assolutamente media, non oggetto di discriminazioni specifiche. L'ho proprio scritto a chiare lettere.
Quando ho letto il monologo che apre Brutta sul palco di EROSive (e che potete leggere anche qui: non è stato modificato), ho capito dalle reazioni delle persone che avevo toccato un nervo scoperto, e l'avevo toccato perché avevo trovato le parole giuste, il tono giusto. Chiunque può parlare dello stesso tema, ma non tutte le persone ne parlano allo stesso modo. Io ho scelto di partire dal mio corpo per parlare di un tema generale di cui non mi sembrava si stesse parlando proprio in quel modo lì, da quell'angolatura lì, ma il mio corpo è un mezzo, è la chiave, è il terreno su cui costruisco un discorso più ampio. La mia non è una rivendicazione individuale, è una conversazione collettiva che si può applicare a più corpi, perché il punto è la pressione, ed è una pressione che sulle donne assume una forma specifica. Io l'ho avvertita, l'avverto tuttora, e l'ho raccontata.
Ho sempre chiarito che la mia esperienza aveva dei limiti, e li ho circoscritti con molta precisione, proprio perché era giusto che l'universalità si creasse con l'empatia, e non con una pretesa di rappresentanza. La mia esperienza non ne cancella altre, anzi, le riconosce in maniera molto esplicita. Scrivendo questo libro io non volevo sottrarre spazio, volevo crearlo, perché mi è sembrato che ce ne fosse ancora bisogno. E l'ho fatto con una collezione di monologhi a partire da me, che gioca sui toni, sull'umorismo, su scelte linguistiche che ho meditato al millimetro. La scrittura non è una gara a chi è più oppresso: è uno spazio di libertà che le donne che scrivono si sono conquistate, e io di quello spazio faccio l'uso migliore che posso.
Insomma, tutto mi aspettavo meno che di passare da "Sei cessa, stai zitta" a "Non sei abbastanza cessa, stai zitta", ma eccoci qua.
Il mio primo contributo a La Svolta
La Svolta non ha ancora lanciato il sito (manca poco!) ma ha già aperto i canali social. Il mio primo contributo si trova qui.
Un consiglio per l'ascolto (no, due!)
Romanzo Quirinale di Marco Damilano è un bellissimo podcast sulle elezioni del Presidente della Repubblica che hanno segnato la storia d'Italia. Se insegnassi Storia alle superiori penso che lo ascolterei con i miei studenti, per capire come ogni episodio che racconta sia fatto di una costellazione di altri episodi. Una cosa, però, salta all'occhio (anzi, all'orecchio): in quattro puntate, solo una volta viene nominata una donna. Per cognome. Iotti. Bisogna sapere chi è, altrimenti passa inosservata. E vista così, attraverso i giochi di palazzo e le correnti e correntine e correntone e i sabotaggi, la politica sembra più che mai un gioco da maschi.
A proposito di podcast prodotti da Chora Media: Lavazza ha sponsorizzato una serie che si intitola Tazzine, e che parla della storia del caffè espresso a Torino. Nella puntata intitolata "Il caffè delle donne" ci sono io, che per farla ho studiato moltissimo, scaricato documenti, letto, cercato date e riferimenti, insomma, se la ascolti mi dai soddisfazione.
Ep.3: Il caffè delle donne - Tazzine | Podcast on Spotify — open.spotify.com
Listen to this episode from Tazzine on Spotify. A Torino il caffè è un ingrediente entrato a far parte dei sapori e dei profumi della città. Ne è un esempio l'invenzione del bicerin, bevanda a base di caffè...
Last call!
L'ultima presentazione di Brutta è il 10 dicembre, alle 18.00 nella Sala degli Specchi del Comune di Frascati. Ci sono ancora dei posti liberi, si possono prenotare a questa mail: editoriaecomunicazione@lettere.uniroma2.it. La presentazione potrà anche vedere in streaming con un QR code presente nelle locandine diffuse dalla Libreria Ubik di Frascati, che non metto qua per non creare un effetto mappazzone.
È tutto. Quando ci risentiremo io avrò finalmente in corpo la terza dose di vaccino e mi sentirò molto sollevata. Spero che ovunque tu sia, tu abbia o abbia già avuto accesso a questo grande privilegio e a questa protezione.
Giulia