Giulia Blasi | Servizio a domicilio - Prima di partire
Questa settimana: fatti miei, caldo, un podcast, Roma e un po' di link.
Domani riprendo un aereo dopo un bel po' di tempo, e torno a Barcellona dopo due anni in cui siamo state separate da un virus e dal conseguente annullamento del Primavera Sound, un rito annuale al quale non manco di partecipare almeno dal 2006, la messa laica degli indie rocker, la mia oasi di pace e libertà in un festival da cui si vede il mare. Sono contenta, anche se quest'anno il conflitto con il calendario dei miei impegni mi fa partire con un filo di ansia in più rispetto al solito. Per due anni ho deciso di non farmi rimborsare il biglietto dell'edizione 2020, per due anni ho deciso di aspettare, di avere fede nel festival, ed eccoci. C'è da fare una valigia un po' più affollata del solito (quest'anno sono dieci giorni al posto dei soliti sei), dovrò lavorare nel mezzo e quasi di sicuro ci scapperà anche una newsletter barcellonese, ma eccoci, appunto.
La settimana scorsa è stata molto affollata, fra lezioni ed eventi fuori città. Sono stata a Milano per il primo evento in presenza di Fondazione Libellula, associazione che si occupa di portare le tematiche di genere nelle aziende per promuovere pratiche anti-discriminatorie e la creazione di una cultura dell'ascolto e della collegialità (e guardacaso nasce su iniziativa di un'azienda a leadership femminile). Venerdì ero in aula a boccheggiare con i miei studenti, e ci tengo a ribadire quanto segue:
Sabato mattina mi sono rimessa su un treno per andare a Pontedera, dove sono stata accolta da Francesca Pau della libreria Equilibri per un incontro pomeridiano in cui nonostante il caldo umido tipo Cambogia e conseguente trasformazione della sottoscritta in un'Alpenliebe abbandonata nel cruscotto di una Ritmo sul lungomare di Bari, ci siamo divertite moltissimo. O comunque mi sono divertita io. Ho lasciato anche una piccola pila di libri autografati, se sei a Pontedera li dovresti trovare (escludo siano andati esauriti nel frattempo).
Nel mezzo, la Roma ha vinto la Conference League, e io mi sono persa sia i festeggiamenti della sera stessa che quelli del giorno dopo al Circo Massimo. Quando sono arrivata a Termini la sera di venerdì e sono andata ad addentare un trapizzino, mi sono seduta a un tavolo vicino a un gruppo di tifosi giovanissimi. Non ho detto niente, ho solo pensato cose su questa città che penso ogni giorno da diciassette anni, dal giorno in cui ci siamo scelte definitivamente. Non potrò mai dare Roma per scontata, Roma è una madre adottiva il cui amore mi stupisce ogni giorno. Tifare per la squadra di casa è parte inscindibile di quell'amore.
Un podcast da ascoltare
Affrontare argomenti come il razzismo, la discriminazione sistemica, il diritto alla cittadinanza e il ciclo della povertà è complesso, eppure questi argomenti dovrebbero essere parte del programma delle scuole. Fra domenica e lunedì ho ascoltato Storia del mio nome, un podcast di Sabrina Efionayi prodotto da Spotify e Chora Media. Una storia che inizia in un modo quasi dickensiano, con una giovane donna nigeriana che consegna ai vicini di casa un fagottino che contiene la sua bambina di pochi giorni, e che diventa poi una storia di famiglie di sangue e famiglie adottive in cui si intrecciano l'amore di due madri molto diverse, ognuna con le sue fragilità. È però, soprattutto, il racconto di cosa significa essere neri in Italia, non avere la cittadinanza del paese in cui sei nata, essere sempre trattata, per citare una delle voci di questo podcast, come una donna nera, e non come una donna e basta.
Se insegni e vuoi portare in classe questo tema, Storia del mio nome è breve, semplice, duro il giusto e verticale su pochi temi molto chiari.
Una manata di link!
Cominciamo dal pezzo che ho scritto la settimana scorsa per La Svolta a partire dall'episodio dell'espulsione di Lisa Di Giuseppe dalla Camera per un tubino sbracciato, per ragionare di dress code e di cosa consideriamo decoroso, ma soprattutto dell'origine del nostro bisogno di decoro.
Di cravatte e braccia scoperte — www.lasvolta.it
Una giornalista viene espulsa dalla Camera per aver indossato un tubino smanicato. Uno spunto per riflettere sulla nostra idea di decoro.
La settimana scorsa, un po' per la fretta un po' perché sono pasticciona, non ho messo i link ai libri che avevo segnalato (e che si possono acquistare sullo shop della Libreria Tlon). Eccoli:
Sorella rivoluzione di Pierfrancesco Majorino
Camera single di Chiara Sfregola
Le droghe, in sostanza de Il Post
Non ci sono libri nuovi perché ho solo finito Idol di Louise O'Neill e mi ha fatto stare malissimo, come prevedevo.
Ci risentiamo la settimana prossima!
Giulia