Giulia Blasi | Servizio a domicilio - Quella che parlava solo di libri
Questa settimana: libri, libri, libri.
Ciao, cominciamo subito a bomba anche perché sono in ritardo di un giorno. La settimana scorsa avevo detto che avrei scritto una cosa sulla faccenda di Sofia Goggia: l'ho fatto, eccola qua.
Che cosa ha detto di male Sofia Goggia? — www.lasvolta.it
Proviamo a spiegarlo: ma prima di tutto usciamo dalla logica per cui ogni critica è un “linciaggio”.
Nel resto della newsletter, invece, parliamo solo solo libri. Non perché non abbia cose da dire, ma perché ho una montagna di arretrati. La solita avvertenza: i link rimandano tutti allo shop della Libreria Tlon, con cui ho un rapporto di affiliazione. Se li acquisti da qui, io prendo una piccola percentuale sulle vendite; puoi ovviamente usare questa newsletter come riferimento e poi andare a comprarli in libreria.
Due libri letti
Ho finito domenica notte - letteralmente: alle due - Firekeeper's Daughter di Angeline Boulley, consigliatomi da Giulia Caterina Trucano e uscito in Italia per Rizzoli come Un grammo di rabbia, titolo che c'entra zero con il libro ma pazienza, quello originale era intraducibile. "Firekeeper" è un cognome, ed è il cognome del padre di Daunis Fontaine, diciotto anni, mai riconosciuta ufficialmente dal padre (il perché è un mezzo plot point). Daunis è per metà nativa americana, della tribù Ojibwe, e si sente molto più vicina a quelli che lei chiama di volta in volta "Nish" (abbreviazione di Nishnaabeg, il nome con cui si identificano i membri della tribù) o "Indians". Il suo stesso nome significa "figlia", e il suo rapporto con la metà Ojibwe della famiglia è forte. Daunis pratica la medicina tradizionale e osserva la religione dei suoi antenati, ma è anche una ragazza qualsiasi, brillante, atletica e bene inserita nella sua realtà. Tutto va in pezzi quando la sua migliore amica muore davanti ai suoi occhi, uccisa con un solo colpo di pistola dall'ex fidanzato dipendente dal crystal meth, e la nuova star della squadra di hockey locale per cui Daunis ha una mezza cotta rivela un'identità che lei non aveva fino a quel punto sospettato.
Ok, questa è la premessa. Come romanzo, stiamo parlando di un lavoro di narrativa molto ben costruito, anche se la scrittura che lo sorregge non è particolarmente degna di nota. Non mi era mai capitato - a mia memoria - di leggere romanzi ambientati fra i nativi americani contemporanei, meno che mai incentrati sulle donne e sul loro ruolo all'interno delle tribù, in gran parte matriarcali. La storia di Daunis è una storia di resistenza al colonialismo anche dove si viene costrette ad accettare il proprio essere state rese spendibili dalla società dei bianchi e dalla sua promessa di prosperità con ogni mezzo. Appassionante, anche se non un capolavoro della letteratura.
Lunedì era il 25 aprile, quindi il graphic novel La Rosa armata di Costanza Durante ed Elisa Menini arriva a proposito, dato che racconta la Resistenza dalla parte delle donne. Nel Dopoguerra si scelse di depotenziare moltissimo il ruolo delle combattenti: se negli anni avete sentito parlare quasi solo di "staffette" e quasi mai di partigiane armate è per una decisione degli storici, in gran parte maschi. Finita la guerra, si ritenne che le donne dovessero essere ricondotte a un ruolo più tradizionale, domestico, di ricostruzione e gestione del quotidiano: i partigiani raccontati dai romanzi e dai libri di storia erano sempre uomini, come se le donne non avessero mai imbracciato un fucile. La Rosa armata segue la storia di Rosa, una delle tante donne che per necessità e senso di giustizia e non per gloria si unirono alla Resistenza, e impararono a sparare e a uccidere. Per difendersi, per difendere le loro sorelle, per difendere il loro paese. Anche loro sono esistite, anche loro hanno portato i segni di quella guerra, e non vanno dimenticate: come raccontiamo le cose è importante quanto le cose che raccontiamo. La Resistenza fu un momento di ribellione collettiva di un paese tormentato dalla dittatura e dalla guerra, non una cosa di maschi sulle montagne: ogni volta che tagliamo fuori le donne dalla storia, contribuiamo a una narrazione falsata e parziale del loro contributo.
Molti libri consigliati
Firekeeper's Daughter è talmente lungo da aver rallentato di un bel po' il processo di smaltimento della pila di libri accanto al mio comodino. Non ho quindi ancora finito Fai rumore, la raccolta di racconti in forma grafica che mi è arrivata in anteprima e che è nata dall'esperienza del collettivo Moleste (ne ho parlato su L'Espresso nel periodo della fondazione, con un'intervista a Francesca Torre). Il filo conduttore della raccolta è il rapporto con il trauma, denunciato o taciuto, elaborato o soppresso, che diventa arte e narrazione. Un cast di autrici quasi interamente femminile, fra cui però spunta il nome di Davide Costa, che è uno a cui si vuole bene. Editore: Il Castoro (altre a cui voglio molto bene). Il Castoro fa libri per bambini e adolescenti, ma quando le opere sono così belle, anche dal punto di vista artistico, la distinzione di mercato non ha molto senso.
Sempre in zona graphic novel, sento un'affinità elettiva con Tettonica di Sofia Assirelli e Cristina Portolano, la cui protagonista adolescente soffre perché non le crescono le tette, l'estate arriva e con l'estate arriva anche quello che le piace. Questo invece esce per Feltrinelli.
Jude Ellison S. Doyle ha già fatto doppietta con Edizioni Tlon, e io non ho letto nessuno dei due saggi che ha pubblicato, anche se mi attirano moltissimo. Parliamo di Il mostruoso femminile (che mi sembra molto divertente) e Spezzate (arrivato in anteprima, e che mi sembra a suo modo altrettanto godibile). Alla fine Il mostruoso femminile l'ho iniziato l'altroieri sera giusto per vedere cosa succede se invece che romanzi mi metto a leggere saggi, prima di dormire. Ché poi il problema è sempre quello: io leggo a letto, e quel momento di lettura è un momento di fuga dalla realtà, non di analisi. I saggi hanno questo difetto, che ti costringono a restare nel presente: e io invece nella lettura serale cerco la botola nel pavimento, la porta verso l'altrove, la scoperta di altre vite e altri mondi. Però mi piace anche la decostruzione della cultura pop, per cui Doyle potrebbe essere un ottimo compromesso. Giovedì 28 alle 19.30 c'è una diretta sul canale di Edizioni Tlon in cui si parla di Spezzate con Caterina Di Paolo, Maria Cafagna e Francesco Ferreri (Antropoché). Io me la sentirò dal treno o dall'albergo, perché ovviamente sono di nuovo in trasferta.
Infine, la segnalazione di un libro che ha vinto il Premio Clara Sereni per il miglior inedito: Sam è tornato nei boschi di Maria Marchese, uscito per Ali&No. Il 10 maggio lo presento insieme all'autrice alla Biblioteca Europea di Roma, se ci sei vieni (ne riparlerò più avanti, comunque).
Ci risentiamo martedì prossimo. Mangia sano, fai movimento, oppure no, la vita è breve, fai un po' come vuoi.
Giulia