Giulia Blasi | Servizio a domicilio - Un incubo è finito, anzi due
Questa settimana: ho vinto le elezioni, un po' di fatti miei, quel tweet di Feltri spiegato alla brutta, e un po' di cose che sto leggendo e che sto vedendo.
Ieri sono uscita di casa per andare a fare un incontro con la mia nuova tesista pochi minuti dopo che in televisione erano stati annunciati gli instant poll che davano Gualtieri nettamente in testa al ballottaggio a Roma. Quando sono uscita era stata confermata la vittoria, e per poco non sono scoppiata a piangere per strada. Non è finito un solo incubo, ne sono finiti due: l'amministrazione Raggi, ma anche la minaccia di un sindaco ignorante e inadeguato come Michetti. Non succederà, siamo salvi. Ora non dobbiamo aspettarci miracoli - la città è malconcia, stanca, traforata di buche, maleodorante di rifiuti accumulati, impoverita dalla fuga delle aziende e dalla totale assenza di investimento sulla cultura - ma almeno possiamo sperare di smettere di sprofondare. Certo, sarebbe stato bello avere un sindaco che somigliasse alla città, ironico, puntuto, pieno di energia. Chissà che Gualtieri non ci riservi delle sorprese. Nel frattempo, asciugata di sudore e via, il peggio è passato.
Un po' di fatti miei
Il tour di Brutta è tipo il tour del Manuale ma fatto di steroidi, ed è tutto dire che sono contenta di registrare l'audiolibro (cosa che di solito è un parto) così almeno sto a casa qualche giorno. È stato bello tornare allo studio dove ho lavorato a Rivoluzione Z, rivedere Roberta, Mirko e Davide, e ricominciare: con ogni audiolibro divento più precisa, trovo presto il ritmo, l'intonazione, la scioltezza. Anche se stamattina sono arrivata con un'ora di ritardo perché pensavo di attaccare alle 11.00 e invece dovevo essere lì alle 9.00. Che dire, brava me.
Scusa se parlo di Feltri
Avrei preferito non farlo, e tutto sommato non è che me l'abbia ordinato il dottore, ma lo vedo un po' inevitabile. Non rimetto qui lo screenshot dell'orrendo tweet fatto dall'ancora più orrendo Feltri il Vecchio: se non sai di cosa parlo, lo trovi qui. Se invece vuoi risparmiarti un'uscita che è l'equivalente di un grosso stronzo che ostruisce il water, ecco, vai avanti e salta pure al blocco successivo.
Se invece sai di cosa parlo: queste uscite dovrebbero essere guardate con freddezza, per quanto possibile. Perché è dentro la stupida brutalità di Feltri che si nasconde una verità, e cioè che per moltissimi uomini la sovrapposizione fra stupro e sesso è naturale, perché quello che conta non è né il consenso né il desiderio, ma solo la loro performance. E quindi Feltri si sente tranquillo a fare il paragone fra una violenza protratta, che ha fatto finire in ospedale la donna coinvolta, e un rapporto sessuale qualsiasi, usando come metro di giudizio solo la durata.
Metto questo dato vicino al commento che mi è arrivato via messaggio dopo che sono stata ospite di Quante storie su Rai3, e che copio e incollo testualmente. Era un messaggio di complimenti, ma finiva così:
Scusa se lo dico...ma basta con il tirar fuori l'aborto ad ogni occasione. Se la legge presenta un'ingiustizia è aver escluso il fornitore del 50% dei cromosomi. E' una cosa che sarebbe illegale in qualunque società figuriamoci in un rapporto di coppia.
I nostri corpi non ci appartengono. Sono della società, degli uomini, di qualcun altro. Servono: a stare ferme quando uno vuole scopare, a figliare a comando quando uno ci ha buttato dentro dello sperma. Ricordiamocelo, e ricordiamoci di ricordarglielo, anche se io a questo non ho risposto, perché ho di meglio da fare che litigare con gli uomini anziani via messaggio privato su Facebook. Aspetto che si estinguano.
A proposito
Se hai perso la puntata di Quante storie e ti incuriosisce, puoi recuperarla qui. Vedo adesso che aveva un titolo che mi fa sembrare la matrigna di Biancaneve, ma a parte quello mi pare venuta molto bene.
Quante storie 2021/22 - Specchio delle mie brame - Video - RaiPlay — www.raiplay.it L'aspetto estetico può essere ancora un fardello pesante, che condiziona l'esistenza delle donne molto più di quella degli uomini. La scrittrice Giulia Blasi, ospite di Giorgio Zanchini a Quante Storie, racconta la storia di un corpo etichettato come brutto, indagando gli stereotipi maschili che, ancora oggi, continuano a condizionare le regole della nostra società.
Cose che leggo/cose che vedo
Nonostante la pila (piuttosto ansiogena) di libri di amici e conoscenti che si è accumulata vicino al letto, sto leggendo Solutions and Other Problems di Allie Brosh, meglio nota al mondo come autrice di Hyperbole and a Half e di quel meme "Chi siamo? Cosa vogliamo? Quando lo vogliamo?" Su Brosh non sarò mai oggettiva, perché ho saputo della pubblicazione di quest'ultimo libro solo perché periodicamente la cerco su Google per sapere come stava, dato che era sparita dopo aver pubblicato un lungo fumetto che parlava della sua depressione. Sono felice di sapere che sta abbastanza bene da aver pubblicato un libro, e pazienza se non ha la potenza esilarante del suo materiale più vecchio: Solutions and Other Problems è più dolceamaro che divertente, e del resto quando parli di divorzio, suicidio e problemi mentali è difficile far ridere davvero.
Sto guardando The Morning Show, lo trovo confortante nel suo essere ormai niente più che un workplace drama con qualche momento teso, essendo ambientato nel periodo in cui scoppia l'epidemia di Covid-19. La prima stagione era un'altra cosa, ma il verdetto finale sarà emesso a visione conclusa.
Delusione, invece, la terza stagione di Pose, che ho visto perché volevo sapere come andava a finire, ma che fra predicozzi, scrittura che oscilla fra il prevedibile e l'incerto, personaggi buttati via (Angel, completamente depotenziata) e finali attesi e per questo meno struggenti di quanto avrebbero potuto esserlo con un minimo di sorpresa in più. Gli unici a uscirne bene - nel senso di: memorabili - sono Elektra e Pray Tell. Insomma, è stato bello ma poteva essere bellissimo, e invece no.
Niente listone di date, questa settimana, se ne riparla la prossima.
Prenditi cura di te!
Giulia