Miracoli e sciagure
Questa settimana: una donna di corsa, la segretaria Gesucristo, e un po' di date e posti dove vederci.
C’è stata un’altra piccola impennata di iscrizioni, e succede proprio nella seconda settimana di seguito in cui non ho avuto tempo di farla bene, la newsletter, con i libri da consigliare e tutto quello che ci dovrebbe essere per renderla completa. Il numero di impegni affastellati in quello che per le femministe è sempre un mese caotico e faticoso (nonché la ripresa del corso di Public Speaking per AANT) mi ha impedito di fare altro che sbrigare gli affari correnti, preparare discorsi e slide, viaggiare, parlare, viaggiare. Nel mezzo sono riuscita a stare un pochino con i miei nipoti, che sono una fonte inesauribile di amore incondizionato: basta poco, un giretto al parco, un Lego montato insieme, un dolce preparato impiastricciandosi le mani. Insomma, era per dire che neanche questa settimana ti segnalo le cose da leggere, perché il tempo per leggerle (ma anche solo per sfogliarle) non ce l’ho avuto.
Quello che ho avuto - no: l’ho trovato - è stato il tempo e l’energia di andare alla manifestazione di piazza Santi Apostoli, sabato pomeriggio, a sostegno delle Famiglie Arcobaleno. Confermo quello che dicevo la settimana scorsa: agli italiani puoi toccare tutto, tranne cibo e figli. Questo governo ha deciso di andare dritto sui secondi, e anche se stanno cercando di buttarla sul cosiddetto “utero in affitto” non hanno idea di cosa hanno scoperchiato. A cominciare dall’ammutinamento di molti sindaci, che se prima non registravano i certificati ora lo faranno, chi per andare contro a Piantedosi e Roccella e chi perché è giusto, non ci formalizziamo sulle motivazioni perché non siamo preti. Ci occupiamo di azioni e non di anime: l’importante è che chi può ottenere un certificato di filiazione lo ottenga.
Per ora, secondo la Cassazione, sono solo le coppie di madri i cui figli sono nati all’estero: sono certificati che non si possono impugnare, è giusto andare avanti, anche se le discriminazioni restano. Le ultime sentenze della Cassazione parlano di “intenzione genitoriale”, che è un concetto meraviglioso: essere genitori, soprattutto per le coppie dello stesso sesso, è un’intenzione fortissima, che deve superare molti ostacoli e prevede il consenso e la collaborazione di entrambi in ogni momento. Ha ragione Simone Alliva quando dice che i figli di queste coppie sono pensati, che nascono nella testa dei genitori molto prima che nel mondo. Se l’intenzione fosse la discriminante fra vedersi o meno riconosciuti dallo Stato, le coppie omogenitoriali sarebbero le prime della fila, verrebbero prima di tante coppie etero per cui i figli sono un incidente, un dovere sociale, un’ansia di conferma, una casualità.
La manifestazione è stata molto bella, ma voglio mettere qui solo un frammento del discorso di Chiara Valerio dal palco, in cui ha detto molte cose vere e una con cui ci si possono fare le magliette.
Elly dei miracoli
È passata qualche settimana da quando il Partito Democratico ha smesso di essere una completa maschiocrazia ed è diventato una maschiocrazia solo parziale, con l’elezione di una segretaria. Passati i primi entusiasmi, dovremmo essere già alla fase di contenimento delle aspettative, per evitare che si crei l’effetto-Renzi, la giovane speranza che arriva a rivoluzionare la sinistra (poi si è scoperto che Renzi non era mica tanto di sinistra, e io ero fatta all’85% di VE L’AVEVO DETTO, ma è un’altra storia). Insomma, Elly Schlein adesso è tipo la Madonna e Gesucristo, ogni sua apparizione è salutata da bagni di folla, ecco la donna che ci salverà, l’eroina che con la sola imposizione delle mani (sempre in movimento) porterà la sinistra e l’Italia tutta fuori dalle paludi della destra conservatrice e verso un luminoso futuro, oserei quasi dire il sol dell’avvenir.
Elly, risolvi il problema del razzismo! Elly, risolvi il problema del sessismo! Elly, contrasta il cambiamento climatico! Elly, fai il salario minimo! Elly, prendi una posizione su qualsiasi tema, dalla GPA al prosciutto di Parma Dop!
Pian e ben, ragazzǝ.
Lo direi di chiunque, ma in particolare di qualcuno che in virtù della sua relativa novità finisce per essere caricato di una missione impossibile: nessuno ci salverà, nessuno è onnipotente, nessuno è perfetto, nessuno ha la formula magica che cambia il mondo dall’oggi al domani. Cominciamo a metterci in asse adesso che manca un anno alle elezioni per il Parlamento Europeo e un tempo imprecisato alle prossime politiche (perché oggi il governo c’è, domani non si sa: è la storia di questo paese): i miracoli sono fatti della stessa materia di cui sono fatte le sciagure, hanno una struttura tenue e una tenuta imprevedibile. E anche questa elezione non è certo un miracolo, anche se lo sembra: è stata ottenuta con anni di impegno politico e cinque comizi al giorno in campagna elettorale, il che significa cinque città diverse, cinque viaggi, ogni volta ricominciare a parlare con le persone che intervengono, stringere mani, ripetere il discorso. Una fatica fisica ed emotiva difficile da comprendere.
Adesso la nuova (vecchia) cosa è questa: sgominare le bande di “cacicchi”, vecchi maschi prepotenti arroccati nei loro feudi come tanti Lord Walder Frey (se non hai visto Game of Thrones mi dispiace per te) in attesa di sgozzare gli avversari offrendo falsi banchetti di pace. E lei, proprio lei, come una novella Arya Stark, deve riuscire dove tutti gli altri hanno fallito. E presto, altrimenti: delusione.
Adesso sembra che se Elly Schlein non rivoluziona la sinistra allora ne avrà decretato la morte. Lei, proprio lei, come persona, e quello che rappresenta, le istanze che porta avanti, la linea che propone. Lei, l’ultima speranza, la principessa che era stata promessa. È la solita concezione patriarcale, verticistica, che valuta il potere sopra la collaborazione, e l’individuo sopra la collettività. L’abbiamo già fatta, ‘sta cazzata, no? Di caricare tutto su un solo essere umano? E allora.
(Ovviamente vale anche al contrario, eh: ma quelli che suonavano le trombe del Giorno del Giudizio decretando la fine del Partito Democratico e l’ascesa del Terzo Polo, come dire, forse non ci avevano capito granché.)
Date
Si va avanti e si continua a galoppare.
Il 30 marzo sono al Pordenone Docs Fest per una tavola rotonda sull’inclusività: tutti i dettagli qui. Questo significa un altro paio di giorni di nipoti, per mia grande gioia.
Il 20 aprile facciamo una cosa deliziosa qui nel quartiere, in quella che ormai è la mia boutique di riferimento, al punto di averci ambientato una scena di Scintilla nel buio: all’ora dell’aperitivo sono da Mademoiselle Vintage a parlare di tuttecose, libri ma anche altro, venite a bere e chiacchierare e già che ci siamo fate pure shopping, le selezioni di Chiara mi stanno svoltando il guardaroba e ormai compro quasi solo da lei.
Il 21 aprile sono a parlare di Scintilla nel buio alla Casa delle Donne di Terni (dettagli da confermare).
Il 22 aprile sono all’International Journalism Festival di Perugia, per un panel che in origine avrebbe parlato di aborto, ma che abbiamo aggiornato per ampliare il tema.
Besitos,
Giulia