Pedro Pascal, almeno tu nell'universo
Questa settimana: come si sta parlando di Adolescence, il culto di Pedro Pascal, un paio di cose da leggere.
Non ho ancora visto Adolescence, e già mi è passata la voglia di vedere Adolescence. Se non sai di cosa sto parlando: Adolescence è una serie prodotta da Netflix che ruota intorno all’omicidio di una ragazzina, e all’arresto di un suo coetaneo, Jamie, accusato di esserne l’autore. Ma non è un giallo, non è un procedural, non c’è un mistero: il punto non è il chi, ma il perché di quell’omicidio. E su quel perché, un paio di giorni fa ho involontariamente scatenato una piccola bagarre che mi ha confermato delle cose che già sospettavo.
È successo questo: ho scritto su Threads che ero già stanchissima della gente che guardando Adolescence scopre l’esistenza di un fenomeno preoccupante, la radicalizzazione misogina dei giovani e giovanissimi attraverso i social network e altri luoghi della rete più o meno visibili. Ci sono studi che dimostrano che TikTok e YouTube spingono i contenuti antifemministi nei feed degli adolescenti maschi entro massimo 26 minuti dall’accesso. C’è gente che sta letteralmente scoprendo adesso l’esistenza della “maschiosfera” e del maschilismo radicale, quando sono anni che ne parliamo: evidentemente a tutti parte il salvaschermo, anche e soprattutto quando indichiamo problemi e suggeriamo soluzioni.
Apriti cielo: un bombardamento di commenti astiosi quando non direttamente offensivi sul fatto che la serie “parla d’altro” (certo, parla anche di altro, ma quello è un punto che ha colpito molto chi l’ha vista), che si parla anche di “bullismo femminile” (per dire che la ragazzina a un certo punto aveva preso in giro il suo assassino: se non vi si gela il sangue per la facilità con cui si giustifica un femminicidio, io non so), che insomma quella roba lì non c’è, anzi c’è ma è marginale. Poi arrivano quelli che l’hanno vista e che dicono: eh no, non è così marginale. È un elemento importante della storia. Non l’unico, ma dirimente: è la cosa che tutti ignorano, il veleno invisibile che intossica la vita di una persona troppo giovane per avere sviluppato l’antidoto. Infine, chi si incazza? Andrew Tate, che guardacaso è menzionato per nome nella serie come rappresentante degli influencer misogini che fungono da riferimento per adolescenti abbandonati da padri incapaci di educarli al riconoscimento e all’accoglimento delle emozioni. E per padri intendo la maggioranza degli uomini adulti. Si incazzano i maschi rancorosi che di quei contenuti si nutrono. Si incazza Elon Musk, che ha lo sviluppo emotivo di un tredicenne.
Non ho ancora visto Adolescence, e so che dovrei, più che altro perché dicono che sia bellissima, al di là del tema: scritta, girata e recitata benissimo. Solo che so già che mi farà star male, che mi metterà a disagio, che mi ricorderà quanto è difficile e pericoloso essere donne, anche donne adulte, in un mondo in cui fra un uomo e un orso in un bosco remoto, la maggioranza di noi sceglie (non a torto, non senza motivo) l’orso.
Oh Pedro Pedro Pedro Pedro pe
Dio benedica Pedro Pascal.
In questi tempi di mostruosità esibite o nascoste a lungo e bene sotto una patina sottile di positività, Pedro Pascal è un bene-rifugio. Pedro Pascal è un Keanu Reeves più estroverso, l’uomo della Generazione X a cui guardare senza timore, quello che se ti perdi nel bosco si sincera che tu non ti sia fatta male, collabora con te per trovare la via d’uscita, scosta rami e sposta tronchi. Un figo insensato senza essere giovane delicato, quindi se ci fa sangue non ci sentiamo Berlusconi. Parla poco e quando parla dice cose gentili, se c’è da ballare balla, se c’è da ridere ride, adesso è uscito il trailer di Materialists in cui lui e Chris Evans si contendono Dakota Johnson e il problema più grosso di Pedro sembra essere che ha un sacco di soldi, mentre nelle commedie romantiche vince l’uomo povero e sincero, ma siamo serie, QUELLO È PEDRO PASCAL. Ma che gara è? Scusa, eh, Chris. Scusa!
Pedro, non fare scherzi, Pedro. Sai che ti vogliamo bene. Cerca di rimanere te stesso, o quantomeno il Pedro che conosciamo e a cui ci siamo affezionate, e che speriamo possa rappresentare un modello raggiungibile e aspirazionale di maschilità, per non dire di pedropascalità. Ne abbiamo tanto tanto tanto bisogno. Pedro Pascal, almeno tu nell’universo non cambiare mai.
Cose da leggere
Era tanto che non ne parlavo, quindi: dopo diversi saggi, la mia amica Marina Pierri ha scritto un romanzo. Si intitola Gotico salentino ed è piuttosto matto, comincia con una casa infestata e una giornalista pugliese trapiantata a Milano che torna in un anonimo comune del Salento per prenderne possesso e trasformarla in un B&B di lusso, ma gli spettri non sono d’accordo, o forse sì? E quanti spettri ci possono essere, in una casa? Nel caso, ne possiamo aggiungere altri a nostro gusto, per farci dare una mano con quelli esistenti? Gotico salentino gioca con lo schema del romanzo gotico tradizionale, ne conserva alcuni tratti (una scrittura fiorita, ricca, e la forma epistolare) e li ibrida con riferimenti contemporanei, copiose dosi di dialetto locale e di cultura rurale pugliese. Mi sono divertita molto, e ne avevo bisogno: non di soli saggi sulla marcescenza del capitalismo vive la donna.
A proposito di saggi, mi sono comprata (in originale, non ancora letto) anche Ipnocrazia di Jianwei Xun, di cui si sta molto parlando per la strettissima aderenza alla contemporaneità. Lo consiglio a scatola chiusa, mentre penso che nel 2014 avevo buttato giù la trama e le prime pagine di un distopico in cui la Disney si compra il mondo e lo trasforma in una rete di microregni indipendenti gestiti da un algoritmo e guidati da principesse, figure di riferimento del tutto prive di poteri reali e ispirate alle influencer. E guardacaso, la rete di città-stato gestite da oligarchi convinti che l’intelligenza artificiale sia migliore di quella umana è il modello alla base della filosofia politica di Curtis Yarvin, ideologo di Peter Thiel e Elon Musk. Visto che siamo fra noi, posso metterci un “E che cazzo, però”?
(Devo ancora finire Bullshit Jobs e comunque mi sono comprata Sunrise on the Reaping, perché ho voluto premiare Suzanne Collins per non essere diventata una pazza fanatica che odia le persone trans, pensa quanto è bassa ‘sta barra).
Le date
Io sarò in giro nei prossimi mesi, come sempre, ma anche dove non ci sono io c’è il tour di Brutta. La settimana scorsa mi mancava da segnalare una data, quella di Massa di oggi (25 marzo), che ha due repliche: una la mattina alle 11.00 (per le scuole) e una alla sera alle 21.00 (per tutta la cittadinanza.
Le altre sono sempre:
30 marzo - L’Aquila, Teatro dei 99
11 aprile - Gozzano (NO), Sala Somsi
Il 17 aprile sono a parlare di Brutta (il libro) alla sala civica di Albinea (RE) per la manifestazione Primavera di donne.
Il 16 maggio, invece, sono con Giulia Paganelli (aka evastaizitta) alla Casa delle Donne di Amelia (TR), per un incontro sul tema del corpo. Dettagli in arrivo.
Ce ne sono altre, ma un po’ alla volta.
Ci risentiamo martedì prossimo,
Giulia
Grazie per questi 5 minuti di pedropascalità assoluta...!
Comunque un po' mi vergogno ma anche a me - che pure ho visto adolescence il giorno stesso che è uscito - è un po' passata la voglia di parlarne proprio perché è sulla bocca di tutti e tutti ci vedono mille cose diverse e alla fine è faticoso. Solo che mi fa pensare di essere quello snob che siccome adesso è un successo di massa non ne vuole più parlare. Comunque sia, è già stato detto di tutto e di più, non è che la mia opinione in merito sposti molto. È una miniserie che SERVE molto ai maschi.
Giulia, su “Ipnocrazia” ti segnalo che con buona probabilità stai leggendo il libro di un autore che non esiste :) Spiego tutto qui: https://open.substack.com/pub/iosonocazzaro/p/tlon-ci-sta-ipnotizzando-con-un-autore?r=8ip61&utm_medium=ios