mag 9, 2023·modificato mag 9, 2023Messo Mi piace da Giulia Blasi
Quoto tutto. La libertà di avere un’opinione come non avercela, di dirla e di non dirla. È vero che chi ha una certa lasciami chiamarla “popolarità” ha delle responsabilità, ma vero anche che spesso ci dimentichiamo di avere delle responsabilità con noi stessi e con la nostra pace interiore.
Personalmente se non sono serena e libera faccio fatica ad essere creativa, e considerando che con la creatività ci mangio o comunque è la mia linfa per non perire, cerco di prendermene cura. Un modo è anche la libertà di decidere se pubblicare un contenuto o stare zitta.
Aspettavo la tua mail ed è arrivata a dire le cose giuste al momento giusto per me. Io non avrò possibilità di far arrivare a Murgia quel che sento, ma mi rivedo in quello che hai scritto e questa cosa per me fa da cassa di risonanza amica. I tuoi libri li ho scoperti grazie a lei e la tua newsletter grazie ad Irene Facheris che l’ha definita una “carezza”.
"Rifiuto l’idea che quello che non scrivo sui social non esista, che i miei pensieri debbano essere costante oggetto di ostensione." Meglio di così non potevi dirlo! Secondo me questa idea/abitudine di dover condividere tutto sta scemando per tantissima gente (o per lo meno nella mia bolla è così): negli anni passati mi sentivo quasi in "dovere" di documentare le mie vacanze, la mia vita, i miei pensieri con il mondo, come se non farlo li avrebbe resi meno reali. La pandemia in questo mi è stata di aiuto: con l'avanzare dei mesi mi sono allontanata sempre più dalla follia che erano diventati i social e ora la sola idea di condividere i c***i miei su Facebook mi dà molto fastidio. Anche la FOMO (che i primi anni di Facebook per me era un problema reale) è sparita. Ora posto foto di cose belle su Instagram e condivido su Facebook bella musica, eventi interessanti e qualche articolo a tema femminista perché mi sta molto a cuore. In pratica Instagram è diventato fonte di sapere (ottimi i contenuti di alcuni account!) e Facebook un calendario degli eventi a cui voglio partecipare.
È interessante per me leggere questa tua newsletter oggi, perché al di là della singola 'notizia del giorno ' mi sto rendendo conto di quanto possa essere vissuto diversamente la questione di condividerla, commentarla a seconda di 'chi sei'. Credo che sia giusto che ognuno decida di esprimere o non esprimere o avere o meno un'opinione su tutto ed è sacrosanto che tu rivendichi il tuo diritto a non esprimerti nonostante la tua posizione (essere molto seguita ha oneri e onori, mi pare che la questione sia più o meno qui). Se posso dire la mia però mi sono sentita un po' infastidita e soprattutto giudicata, non da te ovviamente - le tue parole sulla questione sono sentite, delicatissime e come sempre molto lucide - ma da altrə che più o meno garbatamente hanno criticato chi ha commentato e condiviso l'intervista di Murgia, addirittura dicendo che veniva fatto per parlare di sé stessə e non di lei. Ora, magari ho interpretato male io queste critiche, ma mi chiedo: anche se fosse, che male c'è? Non appartiene a chiunque il privilegio di poter esprimere personalmente l'impatto che i libri e le parole di Murgia hanno avuto ed hanno sulla loro vita, soprattutto se un positivo, quindi cosa c'è di sbagliato nell'esprimerlo anche pubblicamente? (Che poi parliamone, se hai 2/300 followers in pratica lo stai raccontando a parenti e amici.) Può essere che quando sei una persona più "in vista" a volte ti dimentichi che cosa voglia dire non esserlo? Non lo so, forse ci ho visto una sorta di snobismo, o forse non ho capito io. Scusa per la prolissità ma è un mio rimurginamento di questi giorni 🙈
Grazie per averne comunque scritto. Mi sembra che questo sia e sarà un dolore nazionale. Mi conforta sentire delle persone care che lo condividono (e sì che possono esserci persone care che non si conoscono davvero di persona).
Giulia questa cosa che hai scritto è anche la mia idea. L'intervista di Murgia è stata come un macigno (un bellissimo macigno) che affonda in un lago profondo (la mia coscienza). Mi sono limitato a mandare un messaggio privato a lei, solo per "partecipare", fare sapere a lei che l'avevo letta e che mi aveva toccato, ma sono rimasto un po' stranito da tutto il chiacchiericcio social. E anche le conclusioni a cui arrivi in questa newsletter sui social sono le stesse mie. E poi volevo dirti che figata è il concerto di Cosmo...!!! Grazie, ciao.
Quoto tutto. La libertà di avere un’opinione come non avercela, di dirla e di non dirla. È vero che chi ha una certa lasciami chiamarla “popolarità” ha delle responsabilità, ma vero anche che spesso ci dimentichiamo di avere delle responsabilità con noi stessi e con la nostra pace interiore.
Personalmente se non sono serena e libera faccio fatica ad essere creativa, e considerando che con la creatività ci mangio o comunque è la mia linfa per non perire, cerco di prendermene cura. Un modo è anche la libertà di decidere se pubblicare un contenuto o stare zitta.
È un atto d’amore verso noi stessi.
Aspettavo la tua mail ed è arrivata a dire le cose giuste al momento giusto per me. Io non avrò possibilità di far arrivare a Murgia quel che sento, ma mi rivedo in quello che hai scritto e questa cosa per me fa da cassa di risonanza amica. I tuoi libri li ho scoperti grazie a lei e la tua newsletter grazie ad Irene Facheris che l’ha definita una “carezza”.
Grazie per quello che hai scritto. Non è necessario dire e condividere tutto.
"Rifiuto l’idea che quello che non scrivo sui social non esista, che i miei pensieri debbano essere costante oggetto di ostensione." Meglio di così non potevi dirlo! Secondo me questa idea/abitudine di dover condividere tutto sta scemando per tantissima gente (o per lo meno nella mia bolla è così): negli anni passati mi sentivo quasi in "dovere" di documentare le mie vacanze, la mia vita, i miei pensieri con il mondo, come se non farlo li avrebbe resi meno reali. La pandemia in questo mi è stata di aiuto: con l'avanzare dei mesi mi sono allontanata sempre più dalla follia che erano diventati i social e ora la sola idea di condividere i c***i miei su Facebook mi dà molto fastidio. Anche la FOMO (che i primi anni di Facebook per me era un problema reale) è sparita. Ora posto foto di cose belle su Instagram e condivido su Facebook bella musica, eventi interessanti e qualche articolo a tema femminista perché mi sta molto a cuore. In pratica Instagram è diventato fonte di sapere (ottimi i contenuti di alcuni account!) e Facebook un calendario degli eventi a cui voglio partecipare.
È interessante per me leggere questa tua newsletter oggi, perché al di là della singola 'notizia del giorno ' mi sto rendendo conto di quanto possa essere vissuto diversamente la questione di condividerla, commentarla a seconda di 'chi sei'. Credo che sia giusto che ognuno decida di esprimere o non esprimere o avere o meno un'opinione su tutto ed è sacrosanto che tu rivendichi il tuo diritto a non esprimerti nonostante la tua posizione (essere molto seguita ha oneri e onori, mi pare che la questione sia più o meno qui). Se posso dire la mia però mi sono sentita un po' infastidita e soprattutto giudicata, non da te ovviamente - le tue parole sulla questione sono sentite, delicatissime e come sempre molto lucide - ma da altrə che più o meno garbatamente hanno criticato chi ha commentato e condiviso l'intervista di Murgia, addirittura dicendo che veniva fatto per parlare di sé stessə e non di lei. Ora, magari ho interpretato male io queste critiche, ma mi chiedo: anche se fosse, che male c'è? Non appartiene a chiunque il privilegio di poter esprimere personalmente l'impatto che i libri e le parole di Murgia hanno avuto ed hanno sulla loro vita, soprattutto se un positivo, quindi cosa c'è di sbagliato nell'esprimerlo anche pubblicamente? (Che poi parliamone, se hai 2/300 followers in pratica lo stai raccontando a parenti e amici.) Può essere che quando sei una persona più "in vista" a volte ti dimentichi che cosa voglia dire non esserlo? Non lo so, forse ci ho visto una sorta di snobismo, o forse non ho capito io. Scusa per la prolissità ma è un mio rimurginamento di questi giorni 🙈
Su Michela la penso uguale, su Chiatti, scroll down..
Condivido al 100% il diritto a non dover avere una opinione su tutto e nel doverla, eventualmente, condividere sui social.
Per il resto la tua scelta di passare una serata in musica e fra amici è già un inno alla vita e una risposta.
Grazie per averne comunque scritto. Mi sembra che questo sia e sarà un dolore nazionale. Mi conforta sentire delle persone care che lo condividono (e sì che possono esserci persone care che non si conoscono davvero di persona).
"E io rifiuto l’idea del posizionamento forzato e la necessità di esprimersi su ogni cosa solo per timbrare il cartellino."
Applaudo
Giulia questa cosa che hai scritto è anche la mia idea. L'intervista di Murgia è stata come un macigno (un bellissimo macigno) che affonda in un lago profondo (la mia coscienza). Mi sono limitato a mandare un messaggio privato a lei, solo per "partecipare", fare sapere a lei che l'avevo letta e che mi aveva toccato, ma sono rimasto un po' stranito da tutto il chiacchiericcio social. E anche le conclusioni a cui arrivi in questa newsletter sui social sono le stesse mie. E poi volevo dirti che figata è il concerto di Cosmo...!!! Grazie, ciao.