Una precisazione necessaria
E già che ci siamo, un annuncio e un'altra cosetta che vale la pena aggiungere sul tema del giorno.
Lo so che avevo detto che ci saremmo risentiti martedì, però mi sono accorta di aver fatto ripetutamente una cosa da scema, quindi mi tocca rimediare. Dopodomani, come dicevo ieri e anche la settimana scorsa e quella prima, sono ospite a Mare di Libri. Da programma avrei dovuto chiacchierare con Vera Gheno, e così ho continuato a dire, copiando e incollando le date da una newsletter all’altra, per due settimane. Vera però non c’è: insieme a me sul palco dell’evento ci sarà Monica Martinelli. Era giusto precisarlo.
Vabbe’, già che ci siamo
Un’altra cosa che non avevo detto perché me la sono persa per strada è questa: il 29 giugno terrò una lezione in streaming per Scuola Holden sull’umorismo e i meccanismi della risata. Si pensa sempre che fare ridere sia una questione di talento, e di sicuro nel saper generare la risata di talento ce ne deve essere parecchio: ma molto sta nella scrittura, e nel modo in cui la battuta viene prima di tutto congegnata. Parleremo di questi meccanismi, usando come riferimento libri, fumetti, serie TV. L’obiettivo è capire qual è il funzionamento dell’umorismo, per applicarlo poi alla nostra scrittura.
E per finire
Intorno al lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi si sta dicendo un po’ di tutto, per cui sarò breve: è nelle facoltà del governo scegliere o meno quando indire il lutto nazionale per una morte o una tragedia. Non c’è alcun obbligo, né c’è una prassi consolidata (come per i funerali di Stato). Il governo Meloni ha fatto una scelta che è sicuramente politica, di autocelebrazione, e che come tutte le scelte politiche è soggetta a critiche.
Si può essere o meno d’accordo con l’idea che la morte di Berlusconi meritasse questa proclamazione, ma due cose sono indiscutibili, anzi, tre. La prima è che Berlusconi è stato condannato per frode fiscale, quindi per reati contro il patrimonio1. Ha sottratto fondi alla collettività con l’inganno. Basterebbe questo a squalificarlo. Ma anche i comportamenti del Berlusconi privato, noti e acclarati, avrebbero dovuto fermare il governo: il carosello di sex worker adulte e adolescenti in stato di necessità che è passato per le sue residenze, il modo in cui ha sempre parlato delle donne e le leggi che ha emanato per limitarne diritti e opportunità dovrebbero essere elementi dirimenti. Proclamare il lutto nazionale per uno che considerava le donne solo come decorazioni, ancelle o compagnia più o meno mercenaria manda un messaggio davvero brutto e negativo alle ragazze italiane.
La terza cosa è questa: ieri il minuto di silenzio al Teatro Regio di Torino è stato interrotto da fischi e proteste. Quello era sicuramente un pubblico colto e autoselezionato, con ogni probabilità non gente che si diverte con le barzellette sulla mela che sa di culo2. Berlusconi era un personaggio divisivo, e anche al culmine della sua popolarità era amato oppure odiato, con quasi niente in mezzo. Da molto tempo, però, la sua stella era in grande declino. Il suo partito raccattava percentuali molto basse, buone solo a fare mucchio in un’alleanza. E c’è almeno una generazione di adulti che Berlusconi l’ha solo subito, mai nemmeno lontanamente voluto.
Forza Italia senza Berlusconi non è niente, Forza Italia è sempre stato un partito personale, con tanto di inno non ufficiale di stampo nordcoreano, “Presidente siamo con te, meno male che Silvio c’è”. Ora Silvio non c’è più, e con lui se ne va l’intera direzione del partito. È questione di poco, e i suoi parlamentari migreranno, probabilmente in Fratelli d’Italia anche se non è esclusa la transumanza - marginale - verso il Terzo Polo (escluderei la Lega, almeno finché Salvini ne è il leader). Forza Italia non ha mai avuto alcuna ragion d’essere che non fosse il culto del suo leader. Il consenso di Berlusconi, quel consenso pazzesco, popolare, estesissimo, è finito. La gente che l’ha votato nel 1994 è in buona parte morta e sepolta (uno era mio nonno materno, che se n’è andato anzianissimo e in pace qualche anno fa).
Lo dicevo ieri: liberarci da questa eredità richiederà tempo, ma succederà. La storia va avanti, io lo vedo nei miei studenti, nella loro capacità straordinaria di analizzare la realtà e decostruirne le sovrastrutture. Il passato non ritorna, nemmeno se lo vuoi fortissimo.
Vabbe’, dai, basta, ciao!
Giulia
E non serve manco entrare nella lista di processi prescritti allungando all’infinito i termini.
Chi sa, sa. Chi non sa, beato lui.
È la prima volta dopo anni che sento ancora una speranza, piccola e flebile, ma la sento. La storia va avanti. Grazie Giulia.
" Liberarci da questa eredità richiederà tempo ma succederà". Non è poco, grazie. Mi era preso un po' di sconforto leggendo online post di gente normalmente assennata dire cose tipo " Tutti sbagliano" come commento a un curriculum criminale lunghissimo