Vannacci non è il babau
Questa settimana: un po' di racconti di tour, una piccola riflessione sulla candidatura di Vannacci, e le solite date.
Questa newsletter è stata scritta per il rotto della cuffia ieri sera. Questa mattina mi sono svegliata e ho pensato che non avevo parlato del dilemma dell’orso, che dai social americani è arrivato anche su quelli italiani: magari troverò il modo di farlo, ma non oggi. Oggi inizio a registrare l’audiolibro di Cose mai successe. Ogni energia residua va lì.
Ho visto Taranto col sole e ho fatto una serie di foto che non ho voluto ritoccare, tanto erano perfette così. Il tour di Brutta è arrivato in Puglia venerdì, con una doppietta che si è conclusa allo Spazio Porto, dove abbiamo trovato forse il miglior pubblico di sempre insieme a quello di Torino. Non me ne vogliano gli altri ma quando la platea comincia ad applaudire appena vede entrare l’attrice, sai già che la serata sarà frizzante. Il pubblico tarantino ha riso tutto il tempo di gusto, ha riso dove non ride mai nessuno, non si è fatto sfuggire neanche mezza occasione per ridere con questa storia sbucata fuori per caso ormai quasi quattro anni fa e diventata molto più grande di me.
A ogni replica, quando salgo sul palco per il piccolo Q&A finale, racconto sempre la storia di come Brutta, il libro, sia nato da un commento anonimo su Instagram, che mi fece venire l’idea per il testo che portai a EROSive. Quello che non dico è che la prima versione di quel discorso raccontava di come quel commento mi aveva fatto stare, e non del perché. È la differenza che passa, mi pare, fra l’oversharing e la politicizzazione delle esperienze: dei fatti miei non interessa a nessuno, a meno che la condivisione dei fatti miei non sia inquadrata in modo da rendere più evidente che non si tratta per nulla di fatti miei, ma dei fatti di tutte.
Ogni tanto capita ancora che qualche uomo cerchi di mettersi al centro del discorso, fra “per gli uomini è uguale” (quante volte hai pensato di farti i filler, questa settimana, fratello?), “non ci potete colpevolizzare” e la sempreverde richiesta di parlare “anche dei loro problemi”, che segue ogni tentativo delle donne di centrare una discussione sulla propria esperienza. Un po’ come le lavatrici, anche la liberazione viene delegata: dovremmo fare la nostra, e pure la loro.
Sono episodi isolati. Il grosso del pubblico esce contento, ha riso, si è ritrovato in un’esperienza o l’ha vista rappresentata. Mancano ancora tre date alla fine di questo tour - Perugia, Parma e Milano - ma il bilancio è già più che positivo.
Vannacci non è il babau
Partiamo da qui, da questa card.
Quando l’ho vista comparire su Threads mi stava partendo uno schioppone. Ma come? Ma veramente? “Ignoralo” e fai una card con la sua faccia per dire di ignorarlo? Oh Gesù dagli occhi buoni.
Allora, Partito Democratico, ricominciamo da capo. Il tempo per ignorare Vannacci era qualche mese fa, quando la fame dei media di personaggi controversi ha incontrato il suo essere un generale dell’Esercito con le opinioni e l’apertura mentale de tu’ nonno al bar. Con la differenza che tu’ nonno non ha pretese di gestire la cosa pubblica, e invece Vannacci sì, vorrebbe fare carriera, imporre la sua visione. Gli piace farsi guardare, si fa le foto fetish col piedone in piena vista, adora essere al centro dell’attenzione e ora ha anche l’occasione di misurare quanta gente sia davvero disposta a dargliela, quell’attenzione, a scrivere il suo nome su una scheda per mandarlo a suo nome a lavorare in Europa.
Il tempo per ignorarlo era allora. Adesso è candidato con la Lega, ufficialmente: tocca prenderlo sul serio. Il che non significa corrergli dietro per ogni scorreggia, come stanno facendo i giornali, che gli scodinzolano appresso felici ribattendo esternazioni che attirano clic e condivisioni, ma piuttosto inquadrarlo nella maniera corretta: Vannacci è uno senza un’idea politica che sia una. Ha un sacco di opinioni, le abbiamo viste quasi tutte anche perché non è esattamente avaro di esternazioni, ma politiche: zero. Dentro la Lega non piace a nessuno, temo più perché esterno al partito che per questioni ideologiche, ma anche perché sembra l’estremo tentativo di Salvini di mettere in salvo le terga. In ogni caso, ha ragione chi ha parlato di trattare il partito come un cartello elettorale in cui si infila gente a caso, perché è esattamente così.
Basterebbe questo, se proprio non lo si vuole affrontare sotto il profilo delle idee: attaccare un partito già in crisi che si aggrappa alla celebrità polemica del momento per provare a tirare su qualche voto fra le fila degli scemi da bar. Oppure lo si può invitare a fare mille dibattiti: non conosco Vannacci, ma visto da qua mi sembra uno di quelli talmente vanitosi da non rinunciare mai all’occasione di lamentarsi in pubblico che “non si può più dire niente”. Magari accetta, e da lì non dovrebbe essere difficile usarlo per pulire il pavimento. Non sembra essere uno con una grande dialettica, solo uno che fa delle sparate: se non riesci a spuntarla in un dibattito con uno così, stai a casa e non ti candidare, perché a Bruxelles ti mangiano in testa. Ma forse ti mangiano in testa pure in una classe di terza media1.
Se invece lo tratti come il babau, puntandogli un faro contro che proietta un’ombra gigante e minacciosa, gli fai un favore bello grosso. Lo fai sembrare spaventoso e inaffrontabile, cosa che non è, e gli offri la possibilità di dire quelle cose generiche da boomer che scrive i pizzini su Facebook contro i suoi nemici immaginari e le perzone falze (oltre che di farsi stampare la maglietta con la tua card). Ignorarlo è sempre un’opzione, ma non così. Non ha mai funzionato, non funzionerà mai, anzi: il rifiuto, il do not engage sdegnato hanno l’effetto contrario, galvanizzano i suoi potenziali elettori, che si sono sempre sentiti marginalizzati non dal punto di vista economico o sociale, ma sul piano intellettuale.
Le date
Ecco le presentazioni di Cose mai successe già confermate:
9 maggio - Torino, OffTopic
10 maggio - Firmacopie allo stand Rizzoli del Salone del Libro di Torino
17 maggio - Terni, Casa delle donne
18 maggio - Pomezia (RM), Libreria Odradek
31 maggio - Bologna, Serre dei Giardini Margherita
1 giugno - Alba (CN), dettagli da confermare
7 giugno - Palermo, Una marina di libri
30 giugno - Cividale (UD), Mittelibro
Altre date:
Il 3 maggio sono a Roma alla Libreria Spazio Sette per la festa di lancio dell’audiolibro di Le mille e una notte, edito da Emons
11 maggio - Pesaro, Festival Percorsi
26 maggio - Chiari (BS), per un evento organizzato da Rete di Daphne.
Ciao!
Giulia
Le classi delle medie possono essere belle impegnative, quando ci si mettono. Lo so per esperienza.
Grazie 🌿