Il giorno in cui l'ONU ci diede ragione
Questa settimana: una vittoria per le transfemministe, un libro che sto leggendo e le ultime date prima dell'estate.
La prima cosa che ho visto stamattina, mentre stavo ancora con le cispe negli occhi, è questa.
UN Women non è esattamente un collettivo transfemminista anticapitalista antispecista con sede in un palazzo occupato1. È un’organizzazione internazionale attiva dal 2010 in seno alle Nazioni Unite, con lo scopo esplicito di occuparsi di politiche di genere. Una roba ufficiale, che mette insieme molti paesi, molte teste, molte culture, e quindi - inevitabilmente - anche molte sensibilità. E in questo lungo comunicato pubblicato sul loro sito, rendono chiara non solo l’inevitabile sovrapposizione fra i diritti delle donne e quelli della comunità LGBTQIA+, ma dice anche, chiaramente, che le TERF (chiamate, con una cortesia e un fair play che le TERF stesse non hanno mai usato con le persone trans e con noi femministe intersezionali, “gender-critical”) sono un gruppo “anti-rights”. Cioè: contro i diritti.
La formulazione della frase comunica anche un sottotesto preciso: che le TERF, o GC, o come diavolo le vogliamo chiamare tanto la solfa è la stessa, sono le utili idiote della destra, e si collocano sullo stesso piano dei gruppi di maschilisti organizzati, qui identificati come “men’s rights” (tutto virgolettato). Insomma, una scoppola notevole alla Giovanna2 e alle sue amiche fanatiche, che da anni si vanno presentando come “le femministe” (le uniche e le sole a denominazione d’origine protetta), e qui vengono sostanzialmente inquadrate come ideologhe dell’oppressione.
Il comunicato non si spinge fino a chiamarle “terroriste”, ma il punto 2 (quello che fa riferimento agli stereotipi e alla creazione di notizie false e distorte allo scopo di identificare le persone queer come soggetti pericolosi per la comunità) è la premessa per quello che chiamiamo “terrorismo stocastico”, vale a dire l’incitamento indiretto alla violenza contro un nemico comune. La quantità di bufale costruite intorno alle donne trans da Rowling e compagnia cantante ha contribuito in maniera non indifferente alla persecuzione delle donne trans negli spazi pubblici, e - anche attraverso pagliacciate come il Rapporto Cass, la cui antiscientificità è stata rilevata da più osservatori - finisce per contaminare anche l’azione legislativa, fornendo ai politici di tutto il mondo appigli per ostacolare il trattamento delle disforie e l’affermazione dell’identità di genere dei bambini e delle bambine trans.
Sarà interessante vedere come e se i media italiani riprenderanno la notizia, e nel caso, come reagiranno le TERF più visibili. Si tratta di una presa di posizione ufficiale da parte di un’organizzazione che fa capo all’ONU, e che quindi agisce sul piano simbolico un potere e un’autorevolezza superiori alla loro. Per spiegarla semplice: molte delle TERF sono potenti perché sono riuscite a collocarsi in qualche modo vicino ai centri di potere, e dall’alto di questa posizione hanno gioco facile a conquistare spazi mediatici e influenzare il discorso politico, soprattutto in un panorama fortemente maschile e più o meno inconsapevolmente maschilista, in cui l’ignoranza sui femminismi (e sul deterioramento ideologico di una loro parte) annulla le differenze e fa vincere le voci più conservatrici e meno disturbanti. Le avversarie ideologiche delle TERF, al contrario, sono per lo più lontane dai centri di potere e possono contare solo sul volume dell’azione collettiva per farsi valere. Azione collettiva che nei decenni ha perso costantemente efficacia, perché l’avanzare delle destre ha reso i governi indifferenti e impermeabili al dissenso. Ricordiamoci sempre una cosa: andare in piazza è giusto e sacrosanto, ma ai fascisti non è mai importato nulla del consenso. Il potere che non ottengono dalla legittimazione popolare se lo prendono con la violenza. E che in questo momento i fascisti siano al governo in Italia è ormai assodato, anche se continuano a fingere di non saperne niente e Gasparri dice che no, sono gli ultras della Casertana, perché manco ai circensi li si può paragonare senza offendere gravemente i circensi.
Un libro che c’entra moltissimo con questo discorso
Ho la casa invasa da libri che non so quando leggere, perché leggo quelli che mi compro: in questo momento sono a un terzo di Her Majesty’s Royal Coven di Juno Dawson e che (e questo è un piccolo spoiler, fermati qui se non vuoi saperne di più) ha molto a che vedere con la questione dell’essenzialismo di genere. In questo fantasy moderno ambientato fra Londra e Manchester, le streghe e i maghi (witches and warlocks, nell’originale) vivono tra noi e fanno capo a un’organizzazione segreta autorizzata dalla monarchia inglese per la protezione del paese dalle minacce soprannaturali e non. Lo stesso meccanismo che è presente nella serie di Harry Potter, in quella di Daniel O’Malley su The Checquy (The Rook è fantastico, Stiletto meh) e in molti altri romanzi del genere. Le protagoniste, quattro streghe fra i trenta e i quarant’anni modellate in maniera nemmeno troppo sottile sulle Spice Girls, si trovano ad affrontare una minaccia esistenziale che coinvolge, fra le altre cose, una giovane strega trans. La questione della sua identità di genere è parte integrante del meccanismo della trama, perché nell’universo di Dawson sono le streghe gli esseri più dotati e potenti, eppure questa ragazzina sembra essere più forte di tutte le altre. Com’è possibile? Il genere è identità o genetica? Non l’ho ancora finito e mi aspetto sorprese, ma la questione è centrale, non marginale.
Ah, dimenticavo, sui femminismi:
Ho scritto un articolo per Valigia Blu sul rapporto fra Giorgia Meloni e il femminismo che espande e argomenta meglio quello che dicevo nella newsletter un paio di settimane fa.
Le date
Lo so, questa è corta, ma nel fine settimana ero a non fare niente (che bello!) a un matrimonio in Cilento, e ieri in viaggio e al collegio docenti, le cavallette le cavallette, insomma, ecco un aggiornamento. Queste sono le prossime date di presentazione di Cose mai successe3 (che intanto è finito nella top 5 dei libri dell’estate di Chi):
23 giugno - Pescara, Squilibri Festival
30 giugno - Cividale (UD), Mittelibro
8 luglio - Thiene (VI), Villa Fabris
Le date di Firenze e Arezzo del 18 e 19 luglio sono in stand-by e saranno recuperate in autunno.
Ci sentiamo martedì.
Giulia
Cioè: le mie persone preferite.
Che i più conoscono come JK Rowling, cioè una che odia le donne trans ma quando scrive usa uno pseudonimo maschile e uno che può essere interpretato come tale.
Nota: non so se Tlon abbia ancora copie autografate, ne avevo lasciate un po’ ma non so a che punto stiano.