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Dopo aver letto sono stata fulminata da un solo pensiero - non ho mai avuto un Ken, né mai ne ho desiderato uno. Ho avuto tantissime Barbie (compresa una bellissima versione anni '50 di mia mamma, con tre diverse parrucche e un set di abiti splendidi - dall'abito lungo di gala al sari indiano rosa antico bordato d'oro, che io immaginavo di far indossare alla mia Barbie in viaggio diplomatico). Ho giocato con le Barbie fino a quasi 16 anni, avendo due sorelle molto più piccole. Ma non abbiamo mai avuto, né desiderato, un Ken.

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Anche io non avevo nemmeno un Ken (io sono del 1979) e se mi andava di far innamorare la mia Barbie, usavo un'altra Barbie. A ripensarci ora, mi rendo conto che era tutto assolutamente normale, non "pensato". Ho giocato con le Barbie fino alle medie (comprese) e ne ho ancora qualcuna da parte, con ciò che è sopravvissuto a mia nipote 😂(il Camper me lo ha distrutto 😢).

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So che pare brutto dirlo così, perché giuro che non c'era niente di male, ma a noi è sempre sembrato più sensato chiedere qualcosa di più interessante in regalo (ricordo i vestiti e una volta che chiesi una sorta di casa-monolocale, con tutti i mobili ribaltabili dentro - un capolavoro di design che io adoravo, ma sono finita a fare l'architetta, quindi tutto torna). Chiedere Ken equivaleva quasi a sprecare un desiderio. So che è davvero brutto dirlo così, ma questa era la nostra percezione...

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Era proprio così. Ken era irrilevante. Le case, i vestiti, gli accessori per Barbie erano molto più importanti.

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Pensavo ieri la stessa cosa, alle donne chiediamo di più anche nei blockbuster sui giocattoli. Forse sarà la presenza di Gerwhig e Baumbach o il cast coinvolto ma nessuno ha chiesto a Transformers o GiJoe di essere più che divertimento e scoppi, qua invece se lo vedi crolla la civiltà occidentale.

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Esiste un certo tipo di uomo per il quale l'unico genere cinematografico decifrabile è il poliziesco anni '70.

Più che maschio Alfa, lo chiamerei maschio Alfetta.

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Mio figlio diciannovenne mi ha detto che è un film geniale e con la sua profondità e che devo assolutamente vederlo. Ci andrò ma dopo la tua recensione sono contenta di averlo cresciuto bene 🤣🤣🤣🤣🤣

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Ruth come Geppetto, Barbie come Pinocchio, solo il tutto molto postmoderno e divertente. Non so se diventerà un cult movie ma come film per l'estate 2023 centra tutti gli obiettivi.

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Aspetto anche io di avere la possibilità di vederlo in lingua originale e intanto ascolto il disco che è bellissimo.

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Il Kensplaining! Quando ho capito che davvero stava succedendo ed era davvero Kensplaining ho capito quanto quello che è fenomeno davvero ridicolo ma diventa un effetto drammatico e col peso specifico del piombo per chi è costretto(a) a subirlo, era lì, davanti a tutti, in un video gigante e con audio che proveniva da un numero imprecisato di altoparlanti tutt'intorno mentre, sì! sgranocchiavo popcorn: il Kensplaining, spiattellato li in tutta la sua ridicolezza di plastica. Come direbbe Ken: sublime!

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Per quanto segua con interesse le penne femministe italiane, e' raro che quando si parla di fenomeni globali o legati al mondo anglo-americano le pagine italiane si distinguano nettamente dalle penne anglofone. A quanto pare Barbie/Gerwig e' uno di quei rari casi. Tutte le critiche che ho letto sembrano perdere di vista quello che ritengo sia il tema portante del film, e che tu metti in evidenza. Il fatto che gli uomini vengono rappresentati come delle caricature stereotipate e surreali. Da queste parti, in Nord America, le reazioni degli uomini sembrano dividersi in due categorie. I maschi triggerati che non capiscono un cazzo, come dici tu, e quelli "woke" che abbracciano la healthy masculinity, e che non capiscono perche' i primi vengano triggerati, e in alcuni casi si riconoscono nella parabola di Ken, come se nel finale Ken fosse quasi un modello positivo. Pare che se un uomo si senta a disagio nel guardare il film vuol dire che e' necessariamente immaturo, tossico (probabilmente in Italiano c'e' un'espressione migliore che mi sfugge), e misogino.

Io mi sono certamente sentito a disagio a guardare il film dalla mia prospettiva di maschio, per quanto femminista. E non mi sembra che il Ken alla fine della parabola sia un gran modello da seguire. E' praticamente un adolescente che scopre che puo' uscire dalla "man box". Il minimo sindacale per cominciare un percorso di liberazione propria e altrui, ma rimane un personaggio ridicolo, a cui viene impedito di raggiungere la parita'.

Ma il punto e' proprio quello. Mi sono sentito a disagio perche', per la maggior parte, ho provato quello che provano le donne, e in generale i non-cishet white men, quando vengono rappresentat@ da scrittori che sono cishet white men. Come mi hai insegnato su queste pagine, pure quando sono "donne emancipate" finiscono per assomigliare agli uomini e a fare a botte come loro, come le eroine della Marvel, o comunque a essere rappresentate secondo l'immagine distorta che gli uomini hanno di loro.

Se un uomo non si sente a disagio a guardare Barbie, o mente per virtue signaling o, come dici tu, non ha capito niente. Magari entrambe le cose.

E poi e' bello che qualcun@ si soffermi a sottolineare quanto sia assurdo incaponirsi a pretendere da Gerwig, poiche' donna, di realizzare il film (femminista) perfetto. Il film ha diversi limiti, ma perche' mai non dovrebbe averne?

L'unica battuta secondo me (e molt@ in Nord America) imperdonabile e' quella del vaiolo e degli indigeni americani. Davvero non so come quella battuta sia finita nella sceneggiatura e nel montaggio finale.

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giusto per chiarire... non e' che mi sia sentito solo a disagio 🤣E' un bel film e divertente. Ci ho portato anche i bambini e il mio 9enne si e' divertito e alla fine aveva anche tante belle domande. Pero' non eravamo d'accordo su una cosa: io preferivo Ken, mentre lui preferiva Ken... dice che rispetto a Ken aveva una maggiore Ken-ita' 🤣

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Non potrei essere più d'accordo. molti si lamentano come se fossero andati a vedere un film sul femminismo scritto da Rohrwacher e Nanni Moretti. Purtroppo occorre un mainstream del genere per parlare di patriarcato egemone alle masse.

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Visto anche io venerdì scorso, al multisala a Prato, la sala in lingua originale era piena come non mai (ci vado spesso e di solito è praticamente vuota) e c'erano diverse ragazze vestite a tema.

Non ho capito però nel film la battuta sugli Nsync, qualcuno può spiegarmela? Grazie!

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Credo sia interpretabile, ma la parte che faceva ridere era "Sì, anche quello lì", nel senso di: Justin Timberlake è un Allan (cioè, nel film, un Ken che non ce l'ha fatta).

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Ehi, Allan non è un Ken che non ce l’ha fatta! 😜 (Io avrei voluto più screen time di Allan e Midge dato che “je suis Allan” 😁). Comunque un film spettacolare, mi ha colpito moltissimo (ma conoscendo Gerwig e Baumbach me lo aspettavo) e mi ha colpito anche la massa di gente festante in sala. Sui detrattori mi domando sempre: ma lo avranno visto, poi?

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Allan è, come dicevo, l'amico femminista che abbiamo tutte. Quello. L'unico!

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Molto bella la considerazione che hai dei film d’azione: “Se vogliamo vedere maschi che si fanno saltare in aria…” 🤣🤣🤣

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Non ho niente contro i film d'azione, ho tanti amici film d'azione!

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