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Né Ghali né Dargen D'Amico hanno mai preteso di esprimere il pensiero di tutta Italia (anche se, a giudicare dai social, la maggior parte degli italiani la pensa come loro o se non lo fa comprende che sia meglio non dire "A me invece piace il g3n0c1d10"). Sono saliti sul palco portando il messaggio in cui credono loro, anche a costo di perderci e tanto.

Il signor Sergio e la signora Venier invece non solo parlano non per sé stessi ma per un'istituzione statale, ma si permettono pure di dire che siamo tutti d'accordo con loro. Il che sarebbe gravissimo, anche se non si stesse parlando di un argomento serissimo. In più stiamo anche parlando di un argomento serissimo. Pensa te!

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“…mandiamoli in pensione

i direttori artistici,

gli addetti alla cultura”.

Devono venire giù gli alieni per farci esprimere una posizione netta contro l’inaccettabile?

Questo è il momento in cui va espresso il proprio dissenso, questa è la chiamata, cazzarola! INTEGRITÀ!

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ho voluto prendermi lo spazio e il tempo giusto per leggere la tua newsletter. Come scrive Eugenia qui, domenica è stato tutto oltraggioso dall'intervento di Ghali in poi (Dargen è arrivato dopo). Se Ghali è riuscito a parlare e a esprimere la sua posizione (e con una modalità semplice e chiara che mi ha commossa), con Dargen è andata male. Mara Venier ha zittito il giornalista che ha posto la domanda e poi Dargen dicendo "siamo qui per parlare di musica" (GIURO). Dargen ha chiesto scusa e se ne è andato.

Il fatto abbastanza grave è che tra l'uscita di Dargen e l'arrivo di Clara, Mara Venier ha detto alle e agli ospiti presenti "non mettetemi in difficoltà" (aveva il microfono aperto).

Del comunicato ne ho letto dopo e mi sono detta "abbiamo perso lo spazio pubblico. Questo paese è di nuovo sotto un regime". E no, non ho paura a dirlo.

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L’intervento in diretta di Roberto Sergio è stato OLTRAGGIOSO

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Non vedo l'ora di incontrarti a Genova 😍

per il resto, concordo appieno

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Brava ‼️

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Grazie!

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❤️

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Immensa!

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Parole sante, grazie!!!

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Chiara, esposta, lucida, coinvolta e coinvolgente. Grazie

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Non è questione che mi stia bene o no, ripeto, io non lo so se si può parlare di genocidio o meno, ma quello che ti chiedo è di parlarne a nome tuo e non dicendo che lo afferma la Corte Internazionale di Giustizia, perché è una bugia, o una fake news, oppure, per dirla con Trump, una verità alternativa. Il tuo sentire è sovrano, ma per favore, affermalo come tale e basta. Infine, non è la maggioranza che decide la verità.

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Infatti ne parlo a nome mio, dato che non sono un'istituzione, ma parlo a ragion veduta. Non capisco perché tu insista, onestamente, ma per me possiamo anche finirla qua, visto che tiri fuori Trump a sproposito. Mi stai facendo sprecare tempo ed energie: quello che ho detto è chiaro e non cambia di una virgola. Se non ti piace, ripeto, puoi andare altrove. Non è qui che troverai soddisfazione.

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Brava, mi aiuta sempre leggere le tue riflessioni.

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Cara Giulia, leggi bene la sentenza, soprattutto l'ultima frase: sulla definizione di genocidio non è stata presa nessuna decisione da parte della Corte Internazionale di Giustizia.

"Having submitted South Africa to the UN International Court of Justice an application against Israel on charges of genocide in reaction to the terrorist act by Hamas of 7 October 2023, the Court rules, pending the final decision and for the purposes of adopting the requested precautionary measures, with an order of extreme interest.

After a detailed examination of all the aspects capable of authorizing it to intervene at this stage of the procedure, and deeming at least some of South Africa’s allegations plausible, the Court orders Israel to adopt precautionary measures, as the risk of an irreparable damage.

While awaiting the Court’s decision on whether or not acts of genocide were committed, it seems possible to at least affirm Israel’s violation of international humanitarian law.

Parliamo di violazione dei diritti umani, ma non ancora di genocidio.

Questo intendo quando parlo di superficialità. Trasformare in slogan, quelle che sono delle domande! E la domanda, il dubbio, lo sconcerto di fronte a quello che accade, senza avere risposte immediate, ci aiutano a riflettere, a cercare di capire, a trovare soluzioni che non si basano su ideee precostruite o ideologiche. Non ho risposte di fronte a quello che sta accadendo, ma cerco di capire senza pregiudizi. Le parole non sono dei bastoni con cui costringere la realtà nei nostri schemi o ideologie, ma dovrebbero essere delle chiavi con cui aprire la porta alla riflessione, alla domanda, al dubbio.

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Bene, se la Corte Internazionale di Giustizia stabilirà oltre ogni ombra di dubbio che rinchiudere un milione e mezzo di persone a Rafah senza acqua, cibo, aiuti umanitari, elettricità, cure mediche e la possibilità di comunicare con l'esterno e bombardarle senza esitazioni non è genocidio, allora ci starò. Fino ad allora, non essendo una che si fa impressionare dai muri di testo di gente a caso su internet, manterrò la mia opinione. Per fortuna sono in ottima compagnia: se non ti sta bene, ci siamo viste, ciao.

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MI dispiace, ma dovresti cercare di essere meno superficiale nell'uso delle parole:

1. Genocidio? È stato accertato che si tratta di genocidio? Non mi sembra e non è che possiamo inventarci i significati delle parole e usare quelle che ci sembrano più "potenti" (quanto è maschile questo attegamento! dovresti saperlo) per essere più efficaci!

2. Controlla i numeri - indipendenti e non forniti da Hamas - sui bombardamenti. Io non li conosco, e tu? Sapresti fornirli? Se non li conosci, non parlare perché ti fidi delle immagini.

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Brava Agnese, vedo che hai colto il senso di tutto.

Che quello che Israele stia facendo ricada sotto la definizione di "genocidio" non lo dico io, lo dice la Corte Internazionale di Giustizia a valle della denuncia del Sudafrica.

Se a te non piace, non è un problema mio.

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