C’è poco da arrampicarsi su tende, specchi e cristalli, il problema, l’abbiamo detto e scritto dappertutto, è culturale.
L’essere umano di genere maschile (ne faccio parte perciò credo di avere una qualche cognizione di causa ) ha un problema non di poca importanza: è stato plasmato con la convinzione di essere il re della foresta. E finché ci si nutriva con i frutti della caccia e ci si copriva con le pelli di animali, tutto filava liscio.
Nel corso dei millenni pare sia intervenuta l’evoluzione della specie, che ha portato gli esseri umani a cacciare nei supermercati e coprirsi con tessuti cuciti da bambinə nei sottoscala di Dhaka.
Io appoggio totalmente la scelta di quelle donne che preferiscono l’orso a un uomo: l’orso, dopo una fase di studio, è evitabile e farà le sue cose orse senza dar fastidio; l’uomo … l’uomo è ancora re della foresta e cercherà in tutti i modi di dimostrarlo.
Ok, magari non siamo tutti così (not all men), ma riconosco che quel germe è sempre lì, latente, in agguato: vorremo spiegare come accendere un fuoco o come si costruisce una capanna. E se la donna dovesse dire “no, grazie, da piccola ho frequentato gli scout, se vuoi ti accendo un falò in due secondi e la capanna te la costruisco con soggiorno e due bagni!”, l’orgoglio ferito sarà pronto a risvegliare il re della foresta.
Con mia moglie abbiamo tirato su una ragazza e un ragazzo cercando di fare del nostro meglio. Per il momento pare che tutto vada bene: hanno entrambə caratteri molto indipendenti e non vivono con noi da tempo. Mia moglie e io, lavorando entrambə, non abbiamo mai pensato di istituire ruoli a casa e, mentre gli amici di nostro figlio restavano basiti quando mi trovavano a sistemare piatti nella lavastoviglie, lui si stupiva (e ce lo raccontava) quando a casa degli amici trovava il papà con i piedi sul tavolino e la madre che stirava.
Insomma, ci vorrà ancora del tempo perché ci si dimentichi del re della foresta e della regina/angelo del focolare.
Io personalmente, preferisco l'uomo. Lo vedo più facile da combattere per la lotta per la sopravvivenza, ce ne dovesse essere bisogno 😅 qualcun altro è con me?
Io. Ottima provocazione quella di scegliere l'orso, e la condivido pensando alla drammatica situazione della violenza di genere, ma le probabilità di trovarsi davanti ad un uomo innocuo sono più alte di quelle di trovarsi davanti ad un orso innocuo.
Non posso che rispettare la prospettiva di una donna che, per educazione, per esperienze pregresse o per altro possa giungere a ritenere che la propensione alla violenza, allo stupro, al controllo o alla sottomissione dell’altro da parte di un uomo sia qualcosa da temere. Un sentimento che rispetto, non fosse altro perché rispecchia, almeno nelle intervistate, una realtà chiara: noi uomini siamo percepiti male (e naturalmente le percezioni non si fondano mai sul nulla).
Diventa però meno comprensibile trasformare quel sentimento in un’analisi quasi oggettiva di quel fenomeno. Spingersi a certificare che tutte quelle brutte cose percepite dalle donne siano legate a una prerogativa non di alcuni ma di tanti, troppi uomini, magari una prerogativa esclusivamente maschile, aggiungo io, rende quelle affermazioni oltre che azzardate decisamente odiose, soprattutto se viste da una prospettiva maschile (se vogliamo tenerne conto e darle dignità).
Grazie Giulia per le tue riflessioni. Sono da poco papà, per la prima volta, di una bellissima bambina e a volte penso che in futuro dovrei spingerla (un pochino) verso qualche arte marziale! A prescindere dall’educazione o dalla volontà personale, la statistica è oggettiva e implacabile. E soprattutto: “Non esistono soluzioni personali, biografiche a contraddizioni sistemiche” U. Beck
Qual è la reazione/il commento più intelligente (o se preferisci, meno stupido) che hai ricevuto da parte di un uomo, in ritorno a questa tua “risposta fastidiosa”? (che non sia il silenzio)
Tendo a dare abbastanza per scontati i commenti intelligenti da parte degli uomini che mi seguono, perché non sono molti e sono una platea autoselezionata. Qualcuno ha fatto delle battute divertenti, ma non si sono sognati di discutere il nodo centrale della questione.
Si. Io ci scherzo, ma in fondo credo tu abbia ragione. Possiamo anche incassare il colpo senza lamentarci. Abbiamo le spalle grosse e non fa tanto male.
si cominciasse oggi, a muoversi nella direzione giusta (di educare e crescere i maschi in modo non predatorio) ci vorrebbero alcune generazioni, penso io
ma non mi pare oggi (almeno qui, qui Italia o Europa) si stia andando in quella direzione
ps
stamattina a scuola ho colto al volo uno scambio di battute fra un e una ragazzina (tredici anni) e lui ha detto qualcosa come ti metto a novanta gradi, e lei ha risposto, fai pure, che sarà mai
e nessuno dei due era arrabbiato o offeso, o almeno non ne facevano mostra
e certo sono battute decontestualizzate, certo, ma qualcosa dicono del livello di incorporazione di certi ruoli, temo io
Se da un lato bisognerebbe educare i maschi a crescere in modo non predatorio, dall'alteo forse bisognerebbe smettere di inculcare alle femmine il terrore dell'uomo sin da piccole. Forse così crescerebbero senza vivere in uno stato di costante terrore tanto da farle interiorizzare ogni esperienza come una violenza e vivere con un percepito che comunque, checché ne dica la Blasi, non fa statistica. Mi rendo conto che però è molto più probabile la prima che la seconda, perché se sin da piccoli noi maschietti brutti e cattivi siamo sempre cresciuti col mantra che le donne non si toccano nemmeno con un fiore, allo stesso modo i genitori non possono fare a meno di insegnare ai figli (senza distinzione di genere) che il mondo là fuori è malvagio e c'è sempre qualcuno pronto a farti del male.
Caro Giuseppe. "Il mondo là fuori è malvagio", dici, e c'è sempre qualcuno pronto a farti del male. E chi sarebbe mai questo male, nella stragrande maggioranza dei casi?
Conosci le statistiche, immagino, e sai che dal punto di vista statistico la stragrandissima maggioranza dei crimini violenti (di qualsiasi tipo) è compiuta da esseri umani di genere maschile, di età variabili. Non solo uomini, ma anche ragazzi.
Come sarà mai possibile insegnare contemporaneamente alle ragazze che non devono avere paura degli uomini, se gli uomini rappresentano una minaccia concreta per le ragazze e le donne, ogni giorno e in molti modi?
Voi "maschietti brutti e cattivi" (dagli col vittimismo piagnone: tanto per cambiare) avrete pure assorbito - mi permetto di dubitarlo: ogni tre giorni, in media, una donna viene uccisa dal partner o dall'ex - lo stucchevole concetto sulla donna che non si tocca neanche con un fiore, ma nella pratica c'è una bella distinzione di genere fra chi agisce e chi subisce.
Prima di commentare, quindi, sarebbe il caso di fare pace col cervello (le tue premesse e le tue conclusioni sono contraddittorie), ma soprattutto smettere di frignare e guardare la realtà per quello che è.
Grazie per esserti qualificato come l'ennesimo uomo che non potremmo preferire a un orso, se non altro perché l'orso non attacca pipponi accusandoci di essere cresciute con terrori immotivati che ci farebbero "interiorizzare ogni esperienza come violenza", minimizzando e delegittimando il fatto che le violenze avvengono eccome.
Grazie invece a lei per aver confermato che i toni e il linguaggio che usa una certa frangia del femminismo (una frangia, per l'appunto: fortunatamente non tutte) impediscono un qualsivoglia tipo di dialogo che aiuterebbe una maggiore comprensione tra le istanze di genere, ma preferisce invece arroccarsi sul pulpito per ricevere applausi e parlare solo alla parte che le dà ragione in automatico. In questo modo so che è superfluo proseguire a commentare con argomentazioni ragionate e impiegherò le mie energie altrove (che, mi preme di sottolineare, non saranno utilizzate per aggredire una donna: meglio specificarlo visto che a quanto pare basta avere un'opinione contraria per essere classificati come predatori).
Curioso che adesso il problema siano "i toni": non lo erano, quando sei venuto qui ad accusarci tutte di essere delle mitomani che si inventano le violenze perché condizionate a pensare male di voi, poverini.
La prossima volta pensaci prima. Nessuno qui ha il dovere di essere carino con te, soprattutto se di "argomentazioni ragionate" è evidente che non ne hai. Porta pure le tue energie altrove. Sopravviveremo.
Onestamente nelle mie parole non riscontro nessuna delle accuse di cui lei parla. Non ho avuto toni poco cordiali nei confronti di nessuno, non ho utilizzato il termine mitomani né ho mai detto che le persone si inventano violenze anche quando queste avvengono davvero. Se poi questa è l'interpretazione che lei ha fatto delle mie parole non è un mio problema, ma conferma la mia tesi che è molto più facile distorcere la realtà e instaurare un percepito fasullo, piuttosto che cercare di instaurare un dialogo. Predicare di fronte a una platea di yes-men - scusi, yes-people - è facile, molto più difficile è confrontarsi con un'opinione contraria senza accompagnare le proprie ragioni con invettive denigratorie.
Sono completamente d’accordo!
C’è poco da arrampicarsi su tende, specchi e cristalli, il problema, l’abbiamo detto e scritto dappertutto, è culturale.
L’essere umano di genere maschile (ne faccio parte perciò credo di avere una qualche cognizione di causa ) ha un problema non di poca importanza: è stato plasmato con la convinzione di essere il re della foresta. E finché ci si nutriva con i frutti della caccia e ci si copriva con le pelli di animali, tutto filava liscio.
Nel corso dei millenni pare sia intervenuta l’evoluzione della specie, che ha portato gli esseri umani a cacciare nei supermercati e coprirsi con tessuti cuciti da bambinə nei sottoscala di Dhaka.
Io appoggio totalmente la scelta di quelle donne che preferiscono l’orso a un uomo: l’orso, dopo una fase di studio, è evitabile e farà le sue cose orse senza dar fastidio; l’uomo … l’uomo è ancora re della foresta e cercherà in tutti i modi di dimostrarlo.
Ok, magari non siamo tutti così (not all men), ma riconosco che quel germe è sempre lì, latente, in agguato: vorremo spiegare come accendere un fuoco o come si costruisce una capanna. E se la donna dovesse dire “no, grazie, da piccola ho frequentato gli scout, se vuoi ti accendo un falò in due secondi e la capanna te la costruisco con soggiorno e due bagni!”, l’orgoglio ferito sarà pronto a risvegliare il re della foresta.
Con mia moglie abbiamo tirato su una ragazza e un ragazzo cercando di fare del nostro meglio. Per il momento pare che tutto vada bene: hanno entrambə caratteri molto indipendenti e non vivono con noi da tempo. Mia moglie e io, lavorando entrambə, non abbiamo mai pensato di istituire ruoli a casa e, mentre gli amici di nostro figlio restavano basiti quando mi trovavano a sistemare piatti nella lavastoviglie, lui si stupiva (e ce lo raccontava) quando a casa degli amici trovava il papà con i piedi sul tavolino e la madre che stirava.
Insomma, ci vorrà ancora del tempo perché ci si dimentichi del re della foresta e della regina/angelo del focolare.
Due figure, due paradigmi del passato
Un epiteto che ho sempre apprezzato
A proposito di Concita Borrelli e "farsi rispettare", questo è sempre attuale:
https://www.theatlantic.com/entertainment/archive/2017/10/harvey-weinstein-and-the-economics-of-consent/543618/
Io personalmente, preferisco l'uomo. Lo vedo più facile da combattere per la lotta per la sopravvivenza, ce ne dovesse essere bisogno 😅 qualcun altro è con me?
Io. Ottima provocazione quella di scegliere l'orso, e la condivido pensando alla drammatica situazione della violenza di genere, ma le probabilità di trovarsi davanti ad un uomo innocuo sono più alte di quelle di trovarsi davanti ad un orso innocuo.
Condivido in pieno 100%!!
Così: esattamente, semplicemente, ovviamente (ma per alcuni uomini no!) così!
Non posso che rispettare la prospettiva di una donna che, per educazione, per esperienze pregresse o per altro possa giungere a ritenere che la propensione alla violenza, allo stupro, al controllo o alla sottomissione dell’altro da parte di un uomo sia qualcosa da temere. Un sentimento che rispetto, non fosse altro perché rispecchia, almeno nelle intervistate, una realtà chiara: noi uomini siamo percepiti male (e naturalmente le percezioni non si fondano mai sul nulla).
Diventa però meno comprensibile trasformare quel sentimento in un’analisi quasi oggettiva di quel fenomeno. Spingersi a certificare che tutte quelle brutte cose percepite dalle donne siano legate a una prerogativa non di alcuni ma di tanti, troppi uomini, magari una prerogativa esclusivamente maschile, aggiungo io, rende quelle affermazioni oltre che azzardate decisamente odiose, soprattutto se viste da una prospettiva maschile (se vogliamo tenerne conto e darle dignità).
Grazie Giulia per le tue riflessioni. Sono da poco papà, per la prima volta, di una bellissima bambina e a volte penso che in futuro dovrei spingerla (un pochino) verso qualche arte marziale! A prescindere dall’educazione o dalla volontà personale, la statistica è oggettiva e implacabile. E soprattutto: “Non esistono soluzioni personali, biografiche a contraddizioni sistemiche” U. Beck
Qual è la reazione/il commento più intelligente (o se preferisci, meno stupido) che hai ricevuto da parte di un uomo, in ritorno a questa tua “risposta fastidiosa”? (che non sia il silenzio)
Tendo a dare abbastanza per scontati i commenti intelligenti da parte degli uomini che mi seguono, perché non sono molti e sono una platea autoselezionata. Qualcuno ha fatto delle battute divertenti, ma non si sono sognati di discutere il nodo centrale della questione.
Come temevo. Qualunque cosa uno dica di serio finisce sotto scacco. Dunque non resta che rimanere in silenzio e invocare la patta per stallo. :-)
Be', dai, se il peggio che ti può succedere con una donna è di essere contraddetto, direi che ti va di lusso.
Si. Io ci scherzo, ma in fondo credo tu abbia ragione. Possiamo anche incassare il colpo senza lamentarci. Abbiamo le spalle grosse e non fa tanto male.
si cominciasse oggi, a muoversi nella direzione giusta (di educare e crescere i maschi in modo non predatorio) ci vorrebbero alcune generazioni, penso io
ma non mi pare oggi (almeno qui, qui Italia o Europa) si stia andando in quella direzione
ps
stamattina a scuola ho colto al volo uno scambio di battute fra un e una ragazzina (tredici anni) e lui ha detto qualcosa come ti metto a novanta gradi, e lei ha risposto, fai pure, che sarà mai
e nessuno dei due era arrabbiato o offeso, o almeno non ne facevano mostra
e certo sono battute decontestualizzate, certo, ma qualcosa dicono del livello di incorporazione di certi ruoli, temo io
Se da un lato bisognerebbe educare i maschi a crescere in modo non predatorio, dall'alteo forse bisognerebbe smettere di inculcare alle femmine il terrore dell'uomo sin da piccole. Forse così crescerebbero senza vivere in uno stato di costante terrore tanto da farle interiorizzare ogni esperienza come una violenza e vivere con un percepito che comunque, checché ne dica la Blasi, non fa statistica. Mi rendo conto che però è molto più probabile la prima che la seconda, perché se sin da piccoli noi maschietti brutti e cattivi siamo sempre cresciuti col mantra che le donne non si toccano nemmeno con un fiore, allo stesso modo i genitori non possono fare a meno di insegnare ai figli (senza distinzione di genere) che il mondo là fuori è malvagio e c'è sempre qualcuno pronto a farti del male.
Caro Giuseppe. "Il mondo là fuori è malvagio", dici, e c'è sempre qualcuno pronto a farti del male. E chi sarebbe mai questo male, nella stragrande maggioranza dei casi?
Conosci le statistiche, immagino, e sai che dal punto di vista statistico la stragrandissima maggioranza dei crimini violenti (di qualsiasi tipo) è compiuta da esseri umani di genere maschile, di età variabili. Non solo uomini, ma anche ragazzi.
Come sarà mai possibile insegnare contemporaneamente alle ragazze che non devono avere paura degli uomini, se gli uomini rappresentano una minaccia concreta per le ragazze e le donne, ogni giorno e in molti modi?
Voi "maschietti brutti e cattivi" (dagli col vittimismo piagnone: tanto per cambiare) avrete pure assorbito - mi permetto di dubitarlo: ogni tre giorni, in media, una donna viene uccisa dal partner o dall'ex - lo stucchevole concetto sulla donna che non si tocca neanche con un fiore, ma nella pratica c'è una bella distinzione di genere fra chi agisce e chi subisce.
Prima di commentare, quindi, sarebbe il caso di fare pace col cervello (le tue premesse e le tue conclusioni sono contraddittorie), ma soprattutto smettere di frignare e guardare la realtà per quello che è.
Grazie per esserti qualificato come l'ennesimo uomo che non potremmo preferire a un orso, se non altro perché l'orso non attacca pipponi accusandoci di essere cresciute con terrori immotivati che ci farebbero "interiorizzare ogni esperienza come violenza", minimizzando e delegittimando il fatto che le violenze avvengono eccome.
Grazie invece a lei per aver confermato che i toni e il linguaggio che usa una certa frangia del femminismo (una frangia, per l'appunto: fortunatamente non tutte) impediscono un qualsivoglia tipo di dialogo che aiuterebbe una maggiore comprensione tra le istanze di genere, ma preferisce invece arroccarsi sul pulpito per ricevere applausi e parlare solo alla parte che le dà ragione in automatico. In questo modo so che è superfluo proseguire a commentare con argomentazioni ragionate e impiegherò le mie energie altrove (che, mi preme di sottolineare, non saranno utilizzate per aggredire una donna: meglio specificarlo visto che a quanto pare basta avere un'opinione contraria per essere classificati come predatori).
Curioso che adesso il problema siano "i toni": non lo erano, quando sei venuto qui ad accusarci tutte di essere delle mitomani che si inventano le violenze perché condizionate a pensare male di voi, poverini.
La prossima volta pensaci prima. Nessuno qui ha il dovere di essere carino con te, soprattutto se di "argomentazioni ragionate" è evidente che non ne hai. Porta pure le tue energie altrove. Sopravviveremo.
Onestamente nelle mie parole non riscontro nessuna delle accuse di cui lei parla. Non ho avuto toni poco cordiali nei confronti di nessuno, non ho utilizzato il termine mitomani né ho mai detto che le persone si inventano violenze anche quando queste avvengono davvero. Se poi questa è l'interpretazione che lei ha fatto delle mie parole non è un mio problema, ma conferma la mia tesi che è molto più facile distorcere la realtà e instaurare un percepito fasullo, piuttosto che cercare di instaurare un dialogo. Predicare di fronte a una platea di yes-men - scusi, yes-people - è facile, molto più difficile è confrontarsi con un'opinione contraria senza accompagnare le proprie ragioni con invettive denigratorie.
Ancora qui? Non dovevi portare le tue preziosissime energie altrove?
(E comunque guarda che Cocainorso è molto divertente) 😉