Il conflitto generazionale è lotta di classe
Questa settimana: affinità e divergenze (ma soprattutto divergenze) fra Generazione X e Baby Boomer.
Ho ricominciato a correre. Non l’ho deciso prima, sono semplicemente uscita domenica mattina e ho corso boh, forse 500 metri prima di perdere il fiato. Ieri ci ho riprovato, e sono durata circa un chilometro e mezzo, da metà pista di Villa De Sanctis all’ingresso dell’Ospedale Madre Vannini. Oggi riposo, controllo il livello di indolenzimento (medio, mi pare), e dopodomani ci riprovo. Mi mancava tanto, correre, e non mi sembra vero riuscire a farlo di nuovo, dopo che per così tanto tempo non ce l’avevo fatta (e se devo essere sincera, non sono sicura di avercela fatta nemmeno stavolta). Probabilmente qui c’è qualche perla di saggezza sul non riflettere troppo sulle cose e farle quando ti va, o forse solo la soddisfazione di non essere del tutto un catorcio.
Tutto quello che dovevo dire sul clima intorno alla guerra in Medio Oriente l’ho detto al vicedirettore de Il Foglio da qui in poi. Aggiungo solo che il suo tweet originale è stato oscurato da Twitter perché incita all’odio. Sul Twitter di adesso, pieno di mostri, mica quello di prima.
Qualche giorno fa ho incrociato su Facebook (e dove, se no?) un post di una mia conoscenza, più grande di me, che deplorava il pregiudizio che “i giovani” avrebbero nei confronti delle persone “più grandi”, facendo presente che il conflitto generazionale ha sostituito la lotta di classe.
Ho perso il conto delle lotte, cause e istanze che avrebbero “sostituito la lotta di classe” negli ultimi cinquant’anni, dall’affermazione dell’identità di genere alla questione climatica. Questa, in particolare, mi sembra ascrivibile alla sfera della faccia tosta: la generazione che è andata in pensione con il sistema retributivo che dice a quelle successive che non fanno la lotta di classe, come se le istanze per cui si sono battuti negli anni ‘70 non fossero evaporate nella generale indifferenza quando loro erano ancora a tutti gli effetti abbastanza giovani (e noi, i loro figli, troppo piccoli) per combattere. Il conflitto generazionale È lotta di classe: la generazione del Baby Boom piscia in testa a tutte a partire dalla Generazione X e gli dice che piove. E così è successo: nel post che ho letto, ci siamo presi collettivamente degli scioperati che non vogliono impegnarsi. Loro sì che erano bravi, loro sì che sapevano “trasformarsi”. Stava parlando con una persona che ha cambiato lavoro in media ogni due anni, reinventandosi da capo ogni volta, perché la legge Treu e la legge Biagi e il Jobs Act hanno progressivamente depotenziato le tutele del lavoro e contribuito a impoverire quello intellettuale. Ma per carità, raccontiamoci che i trasformisti erano quelli che avevano lo stipendio da dipendente e la pensione ingorda.
Il benessere ottenuto dalla generazione nata nel Dopoguerra era conseguenza di un’economia dopata dal Piano Marshall e da un boom senza precedenti che dobbiamo solo sperare che non si ripeta, più che da un effettivo sforzo fatto dai suoi membri. Io capisco benissimo che gli anni della giovinezza sembrino sempre dorati e meravigliosi, figuriamoci, perfino i miei vent’anni a volte mi sembrano pazzeschi e invece erano una merda. Però se c’è una cosa che la mia generazione sta provando a fare, anche ora che non siamo più giovani, è prenderci la responsabilità del nostro fallimento collettivo, e offrire quello che possiamo a quelle successive, senza giudicarle per come fanno le cose o pretendere reverenza. Sì, per molti siamo dei vecchi di merda. Molti di noi in effetti si impegnano per esserlo1. Ma la guerra ai giovani che non ci tributano degli onori che non ci meritiamo, quella no, non mi pare la stiamo facendo. Non abbiamo quel genere di autostima, o forse non siamo ancora abbastanza vecchi. In ogni caso, non siamo scappati con la cassa.
Quelli che deplorano lo scontro generazionale sono gli stessi che ci disprezzano e rifiutano ogni istanza che non riconoscono. Lo scontro generazionale è INEVITABILE E SANO, scriviamocelo da qualche parte. Le generazioni si affermano anche separandosi dai loro genitori, e questi nonni non accettano che i genitori da cui le nuove leve si stanno separando siamo noi. Non accettano di essere il passato, e che il passato non torna. Le persone hanno sempre la scelta fra vivere nel presente e accoglierne lo spirito oppure rifiutarlo e buttarsi su “Ai miei tempi”. Non è una questione di età, ma di voglia di essere ancora parte del momento mentre si è vivi. So che cito in continuazione Michela Murgia, ma come faccio? Era con lei che mi attaccavo al telefono a parlare di come essere femministe adulte senza essere invadenti nei confronti delle più giovani. Era un discorso che facevamo spesso, quello su come vivere la nostra età. Poi lei era più brava di me, il Kpop lo capiva, stava studiando il coreano. Imparare una cosa completamente nuova è la vera pozione magica della giovinezza2.
Il G8 di Genova del 2001 è stata la fine della storia politica di molta parte della Generazione X, che si è ritirata a leccarsi le ferite. È stata anche l’inizio per molti Millennial, che erano adolescenti, e che si sono affacciati all’attivismo con la minaccia dei manganelli già pronta. Non mi stupisco che da quella generazione siano usciti così tanti comici e così pochi politici3. La Generazione Z mi sembra parecchio più agguerrita, e giustamente, pure: vanno in piazza, protestano, non hanno paura di farsi sentire. Se hanno bisogno, io sto qui. Per il resto, mi sembra saggio lasciarli fare senza chiedere niente, meno che mai venerazione.
Il link che mancava
Due settimane fa ho parlato di Ducks, il graphic novel di Kate Beaton uscito in Italia per Bao Publishing, ma non avevo un link allo shop. Adesso c’è.
Una cosa che sto guardando
Su Amazon Video c’è la seconda stagione di La ruota del tempo (clicca sul link se vuoi leggere quello che ne pensavo allora), che sto guardando con grande lentezza perché mi sono imposta di non accendere mai la televisione di giorno, data la quantità di lavoro arretrato. Come tutte le serie tratte da libri, si capisce che ha una logica interna di ampio respiro, ma comincio a ravvisare il rischio che si trasformi in The Witcher, cioè una roba che era divertente nella prima stagione, così così nella seconda, e nella terza è già diventata una merda inguardabile.
Ho anche visto che su Sky è ricominciato The Gilded Age, di cui avevo parlato un po’ frettolosamente dopo il primo episodio della prima stagione, per cui non vale la pena di ripescare quelle annotazioni (si trovano facilmente cercando nell’archivio della newsletter, comunque: il motore di ricerca funziona molto bene). Quando ho visto il banner sulla home di Sky sono stata contenta, anche se la prima stagione mancava un po’ di tensione, come se nessuno potesse veramente farsi male. Ora che ho scoperto che Louisa Jacobson si chiama in realtà Louisa Jacobson Gummer ed è la figlia di Meryl Streep, ricomincerò a guardarlo osservandola con molta più cura, ma è pur sempre una serie che contiene Christine Baranski, Cynthia Nixon e Carrie Coon, tutte con favolosi abiti tardo-ottocenteschi. Figuriamoci se la posso lasciare lì.
Le date
Novembre è un mese molto denso, perché le femministe sono di stagione, come le albicocche a luglio.
Il 18 novembre sono a Udine per il Fake News Festival. Dettagli sull’evento a questo link.
Il 23 partecipo all’iniziativa Non ballo da sola, che si terrà a Firenze alla Sala Vanni. Altri dettagli in arrivo.
Il 24 sono a San Marino per un evento che si svolgerà al Teatro Titano dalle 15.00 alle 18.00, intitolato Parole contro la violenza di genere.
Il 25 spero di essere in corteo con Non una di meno.
Il 28 novembre presento Sangue cattivo di Beatrice Galluzzi alla libreria Zalib. Ne ho parlato qui.
Per ora basta!
Giulia
E sono al governo.
Vorrei studiare lo spagnolo. Ho anche guardato quando partono i corsi dell’Instituto Cervantes.
Valutazione a spanne. Anche al netto del fatto che i boomer stanno ancora belli in cima alla piramide del potere, e non si scrostano manco se cala Cristo.
"Il G8 di Genova del 2001 è stata la fine della storia politica di molta parte della Generazione X, che si è ritirata a leccarsi le ferite." E fa ancora male.
Domani compio 40 anni. Con una moglie, una figlia, un'altra figlia in arrivo, un lavoro intellettuale (senza ovviamente nessuna indennità di maternità), ho spesso questo tipo di scambi con i boomer che "eh ma il Sessantotto eh ma l'impegno eh ma se ci fossi stata capiresti". Quindi grazie.